A 100 anni si regala il campionato del mondo
La cinese Wa Yeut Yu a Roma per la rassegna iridata di tennistavolo. L’hanno portata figli e nipoti: "Non sapevamo neanche che giocasse"

A 100 anni si regala il campionato del mondo
Questa è una storia da far leggere ai nonni, quando hanno un momento di scoramento perché il tempo non fa sconti a nessuno, le lancette che passano fanno lo stesso rumore delle ossa che scricchiolano e ovviamente ce ne accorgiamo sempre quando è troppo tardi.
Ma questa è una storia da far leggere anche ai nipoti, perché capiscano presto che l’amore di una famiglia può fare miracoli. Come nel caso della signora Wa Yuet Yu, cento anni nel prossimo ottobre, cinese di Hong Kong trapiantata negli Stati Uniti.
È lei l’atleta più longeva ai campionati mondiali master di tennistavolo che sono in corso nei padiglioni dalla Nuova Fiera di Roma, con un record di partecipanti (oltre 6.100) in rappresentanza anche di nazioni che al momento non vanno esattamente d’accordo come Russia e Ucraina, Israele e Palestina, in pacifica convivenza.
Grazie all’aiuto del figlio John che ha fatto da interprete (lei parla poco inglese), è stato possibile farsi raccontare la storia di questa nonnina incredibile e indomabile, che in realtà il compleanno numero 100 l’ha già festeggiato in un ristorante di Roma nei giorni scorsi. Perché il campionato mondiale è stato un pretesto per la famiglia, un regalo alla signora per una data speciale.
"Sono cresciuta nella città di Wu Xi, ho imparato a giocare da piccola quando frequentavo le scuole elementari nel tempio di famiglia. Avevo 7 anni, nel 1931, c’era un tavolo da ping pong e ho iniziato così, poi a 9 ho dovuto smettere perché nelle scuole successive il tavolo non c’era".
E non ha più toccato una racchetta e una pallina fino a quando di anni ne aveva 93. In mezzo, ha sposato il marito che era tornato ad Hong Kong dagli Stati Uniti dove era andato a studiare, ha fatto la casalinga mentre la famiglia si allargava. E poi nel 1987, quando il marito è morto, ha raggiunto i figli negli Stati Uniti.
"Io lavoravo a New York, sono un addetto alle attrezzature radar delle navi oceaniche – racconta il figlio John –, a un certo punto mia moglie è stata trasferita per lavoro in North Carolina e ci siamo spostati a Chapel Hill. Dove abbiamo fatto venire mia madre quando è rimasta sola".
A quel punto, la grande sorpresa. Cinque anni fa la signora si è trovata per caso di fronte a un tavolo da ping pong, come lo chiama lei. E ha mostrato di saperci fare parecchio: "Noi siamo rimasti stupiti, non sapevamo neanche che avesse mai giocato. Abbiamo scoperto solo in quel momento che da piccola aveva praticato questo sport. La cosa incredibile è che la sua abilità era ancora intatta. Dopo abbiamo cercato di farla giocare, l’abbiamo iscritta a qualche torneo locale – racconta il figlio –. Va a camminare ogni giorno, non può allenarsi con continuità, eppure il suo livello tecnico non si abbassa mai".
L’amore della famiglia ha fatto il resto. Quando hanno saputo dei mondiali master, gli eredi di Wa Yuet Yu hanno pensato di farle un regalo: ma la pandemia ha cancellato il primo tentativo, qualche anno fa a Bordeaux.
"Siamo fortunati, abbiamo avuto un’altra occasione, alla fine questo è il nostro regalo a mamma per il suo centenario", racconta John. Perché a Roma c’è tutta la famiglia: "Siamo venuti in 13 fin qui per lei, siamo quattro figli e sei nipoti. E abbiamo fatto una bella festa in un locale della Città Eterna, è bellissimo essere qui".
La gara non è andata altrettanto bene, ma non sarebbe da raccontare, non si sporca una favola così bella con la cronaca.
Nella sua categoria, over 90, non ha superato il girone che l’ha vista affrontare la tedesca Marianne Blasberg e la svedese Ragnhid Lundberg.
Ma è la cosa meno importante.
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