Antonio Tiberi punta al podio al Giro d'Italia: "Sono pronto a partire"

Antonio Tiberi, giovane ciclista italiano, si prepara per il Giro d'Italia con l'obiettivo di conquistare il podio.

di ANGELO COSTA
7 maggio 2025
Antonio Tiberi, è l’azzurro è più acceditato a vincere l’edizione 108 della corsa rosa Si è allenato in Toscana dopo il ritiro dal Tour of the Alps a per un virus intestinale

Antonio Tiberi, è l’azzurro è più acceditato a vincere l’edizione 108 della corsa rosa Si è allenato in Toscana dopo il ritiro dal Tour of the Alps a per un virus intestinale

CICLISMO

di Angelo Costa

Dell’Italia che fra due giorni in Albania si presenta al via del Giro, a caricare sulla bici le speranze maggiori è Antonio Tiberi. Ciociaro di Frosinone, 23 anni, quinto un anno fa da debuttante quando si rivelò il miglior giovane della corsa rosa, si porta addosso la scomoda etichetta di nuovo Nibali, l’ultimo dei nostri a finire nell’albo d’oro nove anni fa, oltre che a vincer molto altro.

Paragone che al giovane laziale pesa fino a un certo punto, bravo com’è a farsi scivolare addosso ogni pressione.

All’appuntamento che gli vale la stagione, Tiberi arriva da una strada diversa da quella che aveva disegnato: un virus intestinale l’ha spedito subito a casa dal Tour of the Alps, la sua prova generale per la corsa rosa, costringendolo a ripiegare sugli allenamenti in Toscana sotto la guida di Michele Bartoli. "Meglio in Trentino che al Giro", il commento del veterano Damiano Caruso, che insieme all’esperto spagnolo Bilbao scorterà il talento laziale nell’assalto a un bersaglio dichiarato: un posto sul podio.

"Sono pronto, non vedo l’ora di partire", è il messaggio di Tiberi, che oggi sbarca in Albania con l’idea di fare un Giro in crescendo come nel 2024, chiedendo alla prima settimana di restituirgli in fretta le certezze che il ritiro al Tour of the Alps gli ha negato. Di certezze ne aveva incassate altre in marzo, nella seconda delle corse a tappe disputate in una stagione dove finora ha messo assieme soltanto 14 giorni di gare, la Tirreno-Adriatico, chiusa sul podio alle spalle di Ayuso e Ganna, "un risultato che mi ha dato tanto morale anche perché non ero ancora al massimo della forma".

"Ho fatto lo stesso cammino dello scorso anno, sperando di avere lo stesso rendimento. Non nascondo di puntare al podio, penso che sia normale volersi migliorare, quando si è convinti di aver lavorato bene non c’è niente di male nel dichiarare i propri obiettivi. Poi è chiaro che tutto può succedere, in fondo siamo persone e non macchine", racconta Tiberi, uomo di punta di un’Italia che sul podio al Giro dal 2016 è salita tre volte appena, due con Nibali e l’ultima con Caruso quattro anni fa. Italia che si presenta al via da Durazzo con 48 corridori, un quarto di una compagnia che quest’anno può contare su una squadra in più (23, con le nostre Vf Group Bardiani Csf Faizanè della famiglia Reverberi e Polti VisitMalta del tandem Basso-Contador): fra questi, i collaudati Ciccone, Ulissi e Fortunato, che puntano soprattutto alle tappe, e giovani interessanti come Piganzoli, Pellizzari, Busatto, Pinarello e De Pretto, che invece vorrebbero sorprendere.

Di sorprese se ne augura anche Tiberi in un Giro decisamente più aperto rispetto a un anno fa: senza Pogacar, non c’è il favorito unico, anche se gli uomini da battere non mancano.

"Dico Roglic e Ayuso e non scopro niente di nuovo, anche se in tre settimane potrebbe esserci spazio per altri. Quest’anno mi sono confrontato solo con Ayuso alla Tirreno-Adriatico, pur non al top non ero lontanissimo da lui e questo mi dà fiducia. L’assenza di un dominatore come Pogacar regala morale, grinta e speranza, ma non vale solo per me: saremo in tanti a voler far bene in questo Giro".

Bene significa andar forte a cronometro e in montagna, qualità che a Tiberi non difettano, ma pure tenere gli occhi aperti nelle numerose tappe trappola disseminate nelle prime due settimane. Per poi giocarsi tutto nella terza, quella dove il giudice supremo sarà la montagna.

"E’ lì che si faranno i giochi: non mi spaventa, col passare dei giorni, in un grande giro, di solito mi sento sempre meglio" conclude Tiberi. Se sarà così, sperare si può.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su