Assenze illustri e pubblico da ritrovare. Open d’Italia in buca, serve un rilancio
L’82° Open d’Italia del golf è passato agli annali solo pochi giorni fa lasciando dietro di sé non poche perplessità....

L’82° Open d’Italia del golf è passato agli annali solo pochi giorni fa lasciando dietro di sé non poche perplessità....
L’82° Open d’Italia del golf è passato agli annali solo pochi giorni fa lasciando dietro di sé non poche perplessità. A fronte di un’organizzazione impeccabile, allestimenti da grande evento e percorso, quello del Golf Argentario, più che all’altezza, il pubblico è latitato. I numeri ufficiali, quelli forniti dalla Federgolf, raccontano di 10.600 spettatori. Numeri, peraltro, non verificabili a causa dell’accesso gratuito all’evento. Tanto nei golf club quanto tra chi ha seguito l’Open in TV, ci si interroga sulle motivazioni della dèbacle del più importante evento del golf nostrano. Esistono alcune attenuanti: il clima torrido che ha accompagnato l’evento e l’assenza di grandi nomi a darne lustro. Sappiamo come il DP World Tour soffra la mancanza di campioni. Il circuito europeo è schiacciato dalla morsa del PGA Tour americano, da sempre punto di approdo dei giocatori più forti, e il ricchissimo LIV Tour, la Superlega araba che, come avviene nel calcio, prova ad accaparrarsi i migliori a suon di petroldollari.
Ma neanche il montepremi tra i più alti del circuito, ben 3 milioni di dollari, è servito a richiamare i migliori e il numero di praticanti italiani, esiguo rispetto alle superpotenze europee, non è una giustificazione. Chi ama il golf vorrebbe presenze alla stregua degli Internazionali di tennis, del Palio di Siena o della Formula Uno a Monza. Per trasformare l’Open d’Italia dal "ranocchio" degli eventi al "principe azzurro" non serve una magia, bensì una strategia chiara e definita. Il primo punto è dare una sede fissa in una zona ad "alta densità" di praticanti. Tutti hanno ancora negli occhi le ultime edizioni della kermesse al Golf Milano nel Parco Reale di Monza. Fu nel settembre del 2015 che nell’allora presidente Franco Chimenti crebbe la convinzione di potersi far assegnare la Ryder Cup 2023. La Lombardia è la regione con il maggior numero di praticanti, è facile da raggiungere anche dall’estero e gode della vicinanza di altre regioni "golfisticamente evolute".
Un secondo passo è quello di puntare sulla comunicazione. Il neopresidente Cristiano Cerchiai ha inserito la voce nel programma elettorale. In compenso la promozione dell’Open è stata risibile, al punto che neppure nei pressi delle vie d’accesso all’Argentario erano presenti manifesti pubblicitari. Per non parlare dei quotidiani o degli spot sulle TV in chiaro. Da ultimo, ma non da meno, serve un cambio di mentalità dei golfisti perché, mentre nel circolo grossetano scendevano in campo i campioni di domani, visibili peraltro gratuitamente, il "signor Rossi" giocava la coppetta domenicale nel club a pochi chilometri di distanza.
Andrea Ronchi
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