Benvenuti e gli incontri epici con Griffith al Madison Square Garden, così fece sognare l’Italia

L'esodo dall'Istria, sotto la repressione anti italiana, gli allenamenti a Trieste da giovanissimo, poi i primi titoli fino al tetto del mondo. Infine le sconfitte con Monzon e la fine della carriera

di MANUEL MINGUZZI
20 maggio 2025
L'incontro per il titolo di campione del mondo dei pesi medi tra Nino Benvenuti ed Emile Griffith nel 1967 (Mondadori)

L'incontro per il titolo di campione del mondo dei pesi medi tra Nino Benvenuti ed Emile Griffith nel 1967 (Mondadori)

Roma, 20 maggio 2025 – Una istituzione del pugilato italiano. Nino Benvenuti è scomparso oggi all’età di 87 anni, lasciando in eredità la sua immortale carriera e i suoi innumerevoli successi. La sua è stata una storia di sofferenze e vittorie, di fughe e imprese, di sconfitte e allori. Nato a Isola d’Istria il 26 aprile 1938, fu costretto a lasciare le sue terre in un esodo di massa che rappresenta ancora oggi una delle pagine più brutte della storia d’Italia sul finire della Seconda Guerra Mondiale. Subì la repressione anti italiana, come tutta la sua famiglia. Eliano Benvenuti, il figlio maggiore, venne imprigionato e anche l’abitazione di famiglia requisita, così tutti dovettero prendere la decisione di spostarsi a Trieste, che era amministrata dall’Italia. Prima di trasferirsi, faceva chilometri e chilometri in bicicletta per incentivare e supportare il suo talento pugilistico – per allenarsi nel capoluogo – e ben subito emersero le sue doti, anche in campo internazionale.

Una prima delusione nel 1956, con l’esclusione dai Giochi di Melbourne, subito riscattata con un grande trionfo casalingo alle Olimpiadi di Roma 1960, dove Benvenuti decise di perdere quattro chili e partecipare alla categoria welter. Sconfisse nell’ordine il futuro campione d’Europa Jean Josselin, poi il futuro campione del mondo superwelter Ki-soo Kim, il bulgaro Shishman Mitsev, il britannico Jimmy Lloyd e infine il sovietico Jurij Radonjak in finale. L’oro olimpico gli valse anche il riconoscimento di miglior pugile della rassegna, davanti a Cassius Clay, ovvero quello che in futuro sarebbe diventato Mohammad Alì.

Ottenuto questo grande successo olimpico, il pugile istriano decise di passare al professionismo, prima conquistando il titolo italiano contro Truppi e poi il titolo europeo contro lo spagnolo Luis Folledo. In Italia, fu celebre anche la sua rivalità con il pugile Sandro Mazzinghi, mentre in campo internazionale furono epiche le sfide contro lo statunitense Emile Griffith. Famosa la trilogia di incontri contro l'avversario a stelle e strisce, che partì con una straordinaria vittoria al Madison Squadre Garden il 17 aprile 1967, in un match trasmesso via radio dalla Rai con 18 milioni di italiani ad ascoltarlo in diretta durante la notte. Solo Italia-Germania 4-3 ebbe un riscontro simile. La seconda sfida della trilogia, ovvero la rivincita, si tenne il 29 settembre 1967 allo Shea Stadium, dove Griffith prevalse anche grazie a un colpo al tronco nel secondo round che provocò la rottura della dodicesima costola di Benvenuti.

Era inevitabile, dunque, procedere con una terza sfida che chiudesse la saga. È il 4 marzo 1968 e il teatro è ancora il Madison Squadre Garden, rinnovato di recente, con Benvenuti che prende il sopravvento alla nona ripresa, atterrando l’americano e prendendosi un vantaggio. Vana la reazione di Griffith, nulla da fare: trionfo di Benvenuti che dunque si riprende le cinture dei titoli mondiali WBC e WBA. Le manterrà per tre anni, fino al 1970 dopo cinque difese andate a segno. Lo sfidante, che ne decretò anche la fine, fu l’argentino Carlos Monzon, che lo sconfisse il 7 novembre 1970. Il pugile istriano decise di giocarsi la clausola contrattuale della rivincita, che andò in scena l’8 maggio 1971 a Montecarlo, ma anche in quella occasione prevalse Monzon. Una sconfitta, che di fatto, segnò la decisione di Benvenuti di appendere i guantoni al chiodo. Il bilancio da professionista è recita ottantadue vittorie (35 per KO), un pareggio e sette sconfitte. Abbandonata l’attività, Benvenuti si è poi dedicato alla recitazione, ha partecipato a tre film, e al giornalismo, diventando apprezzato commentatore Rai.

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