Buonfiglio, al Coni vince la continuità. Nuovo presidente nel solco di Malagò. Pressioni e voci, la sconfitta di Pancalli

Il 74enne n. 1 della Federcanoa eletto con 47 voti, 31 per l’ex guida del Cip cui ora succede De Sanctis "Mi sento un manager cresciuto nello sport. Stanco di sentire lamentele, ora servono proposte".

di LEO TURRINI
27 giugno 2025
L’ex presidente del Coni Giovanni Malagò con il suo successore, Luciano Buonfiglio

L’ex presidente del Coni Giovanni Malagò con il suo successore, Luciano Buonfiglio

Giovanni Malagò è stato rieletto presidente del Coni. La battuta è vagamente nonché volutamente perfida, ma spopola nei salotti romani. Del resto, contiene il senso della nomina del 74enne Luciano Buonfiglio ai vertici dello sport nazionale.

Seguirà spiegazione. Chi è. Napoletano, una gioventù spesa a pagaiare, in gara alla Olimpiade di Montreal del 1976, una carriera nel mondo delle assicurazioni, Buonfiglio ha governato con buon senso la federazione di canoa e kayak dal 2005. Insomma, il curriculum è apprezzabilissimo.

Ma ha vinto perché Malagò, messo alla porta dalla politica dopo tre mandati oggettivamente gloriosi, ha scelto di appoggiarlo in nome della continuità.

Il vinto. Con 47 voti contro 31, il nuovo leader del Coni ha prevalso su Luca Pancalli, l’uomo che in questo Paese ha meravigliosamente incarnato (e realizzato) il sogno Paralimpico. Sarebbe stato, Pancalli, un presidente persino rivoluzionario in termini di immagine, il primo disabile al timone dell’intero sport italiano. Ma ha perso perché, a dispetto dei suoi credibili dinieghi, è stato visto in certi ambienti come l’emissario dei partiti oggi al governo. Il ministro Abodi da sempre non ama (eufemismo!) Malagò, per tacere di Barelli e Binaghi, i guru di nuoto e tennis, che Malagò proprio lo detestano: erano tutti schieratissimi per Pancalli e alla fine, paradossalmente, hanno danneggiato il loro candidato. "Ci sono tante maschere e pochi volti – ha commentato Pancalli – ma rifarei tutto ciò che ho fatto".

Come suo successore a capo del Cip, è stato eletto con 54 voti su 56 Marco Giunio De Sanctis, candidato unico e presidente della Federbocce.

Le parole. Che per la guida del Coni sarebbe finita così, al primo scrutinio, è stato chiaro quando l’eterno Franco Carraro ha lasciato libertà di voto ai suoi sostenitori. Lì si è saldata l’alleanza tra il Coni di sempre (Carraro, appunto) e l’era modernista del mio amico Malagò.

Ora, s’intende, Buonfiglio dovrà dimostrare sul campo di possedere un carisma ai più ignoto: venendo da una disciplina “povera”, le difficoltà del fare sport in Italia le conosce. Potrebbe rivelarsi una bella sorpresa. Di sicuro Malagò, che ha conquistato 80 medaglie fra Tokyo e Parigi, gli darà una mano, a cominciare dall’imminente appuntamento con i Giochi di Milano e Cortina. Ma il suo successore dovrà dimostrare di saper camminare da solo.

Ha detto il neo presidente: "Non vedo l’ora di iniziare, ho confermato subito il segretario generale Mornati e con la Giunta faremo un’agenda di incontri istituzionali. Voglio redigere il primo piano strategico quadriennale con Governo e Sport e Salute, ho già parlato con i ministri Abodi e Giorgetti. Io sono stanco di sentire lamentele, servono proposte. Mi sento un manager cresciuto nello sport, desidero costruire con gli altri rifiutando i pregiudizi. A Binaghi e Barelli dico che non serve fingersi amici, la professionalità è sufficiente. Pancalli ha evocato colpi bassi in campagna elettorale? Rispondo che io sono davvero il rappresentante dello sport, qualcun altro poteva essere visto come il rappresentante di una parte della politica. E qui mi fermo".

Mi fermo anch’io. Buon lavoro, presidente.

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