Colpo di scena. Zorzi ’schiaccia’ a teatro: "Io, attore senza volerlo”

L’ex Fenomeno al terzo spettacolo. Recitano anche Oliva, May, Ghiretti e Cosmi

di DORIANO RABOTTI
24 febbraio 2025
Andrea Zorzi in scena nello spettacolo 'Avventuroso viaggio a Olimpia' con la compagnia toscana dei Teatri d'Imbarco

Andrea Zorzi in scena nello spettacolo 'Avventuroso viaggio a Olimpia' con la compagnia toscana dei Teatri d'Imbarco

Roma, 24 febbraio 2025 – Probabilmente il più bravo di tutti è Andrea Zorzi, senza sminuire nessuno, per carità. Però a differenza degli altri sportivi che hanno deciso di salire su un palco teatrale, lui conosce veramente tutto fin da dietro le quinte: nel passato dell’ex campione di volley della Generazione di Fenomeni di Julio Velasco infatti ci sono anche tournée con i Kataklò, la compagnia che mescola danza, sport e teatro diretta dalla moglie Giulia Staccioli, a sua volta ex azzurra nella ginnastica artistica. Poi però si è ritagliato il ruolo da protagonista nella Leggenda del pallavolista volante e ancora in Avventuroso viaggio a Olimpia. Non è il solo: Patrizio Oliva ha usato il teatro come uno strumento educativo e di autoanalisi, nello spettacolo Patrizio VS Oliva vuole aiutare i giovani a combattere il bullismo. A teatro porterà la propria vita il francese Pascal Rousseau, ex portiere scudettato con l’Olympique Marsiglia di Jean-Pierre Papin, ma nel suo caso sono memorie ricostruite. La piece si intitola Ricordami, Rousseau nel 2019 ha perso la memoria per una forma di amnesia dissociativa retrograda e da allora sta scoprendo di essere stato un grande giocatore.

Al portale di Luce invece si è raccontata Fiona May, ex campionessa di salto in lungo e madre di Larissa Iapichino, quando ha portato al teatro Jenco di Viareggio il thriller La prova contraria, seconda prova teatrale dopo Maratona di New York. La campionessa paralimpica Giulia Ghiretti in queste settimane è la protagonista di Invictus, correndo controvento, opera del maestro Marco Caronna.

A dicembre Serse Cosmi si è messo in scena all’Auditorium San Francesco al Prato di Perugia, con la reading Solo Coppi temo, tratta dal libro L’uomo del Tevere scritto con Enzo Bucchioni. Che cosa spinge uno sportivo a calcare un palco teatrale ce lo spiega Andrea Zorzi.

"Andiamo indietro negli anni, per la compagnia diretta da Giulia al tempo feci il produttore, il designer e il sound engineer, tutte cose legate alla tecnologia, una mia passione. In realtà non avevo alcuna competenza specifica legata al teatro, in questo caso di danza".

E quando le è venuta voglia di recitare?

"Nel 2012, con Beatrice Visibelli e Nicola Tavagli. Loro hanno una compagnia di teatro di prosa a Firenze, che in quell’anno era la città europea dello sport, quindi mi chiesero di fare una lettura teatrale ispirata alla Generazione dei Fenomeni. Siamo vicini di scoglio all’Isola d’Elba, i nostri figli sono amici, nacque tutto così".

Ma è diventato qualcosa di più...

"Lo spettacolo andò in scena al teatro Rifredi, dopo un po’ si accorsero che aveva una forza superiore a quanto previsto. A dire il vero neanche io pensavo di poter imparare un copione a memoria, e ora siamo a oltre trecento repliche. Io non volevo fare il pallavolista e lo sono diventato, non volevo fare l’attore e invece.."

E invece?

"Invece con Giulia e i Kataklò abbiamo fatto anche Play Zen, un testo scritto da Edoardo Ribatto e ispirato al libro cinese degli I Ching: l’idea è quella di provare a raccontare come lo sport possa ispirarsi a massime eterne, con un po’ di leggerezza e di ironia, senza troppa retorice. Io faccio la parte del vecchio maestro giapponese, con cinque discepoli molto indisciplinati. E ancora con Beatrice e Nicola abbiamo realizzato Avventuroso viaggio a Olimpia, dove si usano parola e corpo per raccontare un viaggio nell’antica Olimpia svelando alcuni luoghi comuni non veri".

Zorzi, che differenza c’è tra il pubblico di un palasport e di un teatro?

"A me il teatro ha offerto una grande opportunità, al di là di un po’ di narcisismo che ovviamente c’è. Ho scoperto che quella routine non è mai noia, proprio perché il pubblico è diverso ogni sera. C’è davvero una magia speciale, una presenza silente che si capta in ogni respiro. Quello dei palazzetti è rumoroso, presente, visibile, a volte avversario e ti devi ’schermare’. Nel teatro è meno numeroso, sta al buio eppure nel suo silenzio è molto presente. Lo sport può esistere senza un pubblico, il teatro no".

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