Consonni porta Viviani a un finale d’argento

Madison ancora da urlo: dopo Chiara, a medaglia in specialità anche il fratello Simone. Elia sul podio ai Giochi per la terza volta

di ANGELO COSTA -
11 agosto 2024
Consonni porta Viviani a un finale d’argento

Madison ancora da urlo: dopo Chiara, a medaglia in specialità anche il fratello Simone. Elia sul podio ai Giochi per la terza volta

Quel finale da favola che sognava per la fine della sua lunga avventura ai Giochi, Elia Viviani se lo regala nella gara che in carriera gli ha dato meno: argento nella madison, in coppia con Simone Consonni, dopo aver accarezzato a lungo anche la possibilità di un oro.

E’ un risultato comunque strepitoso, che premia un ragazzo di 35 anni diventato il simbolo del ciclismo italiano in pista per averlo rilanciato dopo un periodo in cui nei velodromi l’Italia al massimo faceva da comparsa.

E’ un argento che vale come un oro, con gli azzurri che sfiorano un clamoroso bis dopo l’inatteso e inedito trionfo di 24 ore prima di Vittoria Guazzini e Chiara Consonni, sorella di Simone.

E’ una medaglia che completa la collezione del Profeta Elia, che in bacheca aveva già l’oro di Rio e il bronzo di Tokyo, entrambi nell’omnium: era lì che il veneto era andato a caccia del risultato per chiudere alla grande la carriera in pista, invece l’ha trovato in una prova che alla vigilia aveva persino provato poco.

Piange Viviani sulla pista di Saint Quentin, per l’emozione e anche la rabbia di aver mancato l’oro, piangono in tanti dello staff azzurro per un atleta che dodici anni fa a Londra fu l’unico a rappresentarci nel velodromo olimpico, con un sesto posto che passò inosservato almeno quanto lo era questo settore italiano del ciclismo. Da lì è iniziata una semina vincente ed è giusto che nel giorno dell’addio il capitano azzurro, portabandiera a Tokyo, raccogliesse il meritato premio.

Di voler chiudere sul podio, Viviani e Consonni lo dimostrano fin dal primo giro di un americana dal livello che per gli azzurri sembra complicato, se non proibitivo: vincendo il terzo, il sesto e il nono di venti sprint e guadagnando il giro, la coppia italiana a metà gara è sorprendentemente davanti a tutti.

E’ l’occasione per giocare in difesa e amministrare, ma proprio quando il Portogallo di Leitao e Rui Oliveira sta affondando i colpi della rimonta che gli varrà il titolo olimpico, un cambio completato male spedisce in terra Consonni, condizionando un finale che forse avrebbe potuto essere migliore.

E’ l’unica sbavatura di una giornata che stava per diventare perfetta, ma in ogni caso resterà quella di un campione che come tale si congeda. "Ho accarezzato il sogno. Abbiamo commesso solo un piccolo errore, ma alla fine va bene anche così", dice con gli occhi lucidi Viviani: dopo aver dato alla sua favola il lieto fine.

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