Dal carcere al riscatto sul green: la storia di Peake e Cabrera
L’australiano faceva parte di una gang di motociclisti, è stato in prigione per 5 anni. L’argentino condannato per violenza domestica andrà al Master di Augusta

Ryan Peake
Lo sport certe volte può essere l’occasione per riscattare traumi o brutte esperienze del passato, oppure dimostrare che si è capita la lezione del tempo passato in carcere. È questo il caso di due golfisti, Ryan Peake e Angel Cabrera, protagonisti entrambi di storie e condanne diverse ma unite da un unico denominatore comune: la passione per il green. Il primo caso riguarda l’australiano Peake, classe 1993, giovane promessa di questo sport, ma che dopo aver frequentato cattive compagnie durante il periodo adolescenziale venne condannato a ben 5 anni di carcere a causa di un’aggressione commessa nel 2014. Dopo il buio, però, la rinascita e il ritorno al golf, per il quale era già molto portato sin da bambino e le cui doti gli hanno consentito di vincere il New Zealand Open proprio lo scorso sabato, nonché ad ottenere il pass per partecipare al prossimo British Open, il torneo Major più antico del mondo, dal 17 al 20 luglio prossimi in Irlanda del Nord. «La mia vita è appena cambiata - ha riconosciuto, dopo il successo, lo stesso Peake - Ho sempre saputo che avrei potuto farcela. La questione era solo il quando e non il come. Ci ho creduto e, grazie al sostegno di staff e famiglia, ci sono riuscito. Ora, non voglio più fermarmi».
Storia insomma per ora dal lieto fine, come quella del 55enne argentino Jorge Cabrera: due volte campione Major grazie agli US Open conquistati nel 2007 e al Master di Augusta del 2009, è stato poi condannato per violenza domestica per ben due volte, uscendo dal carcere solo nell’agosto 2023. «El Pato» però si è poi dedicato nuovamente al golf, riscattando uno dei periodi peggiori della sua vita proprio di recente, perché dal 10 al 13 aprile prossimi tornerà a disputare nuovamente il Master di Augusta in Georgia per la prima volta dal 2019, con la possibilità di partecipare alla cosiddetta «cena dei campioni» insieme a campionissimi come Tiger Woods e Scottie Scheffler. Bisogna sottolineare come già nel 2024 l’argentino avesse ottenuto il pass per tornare negli USA a disputare un Major, ma in quell’occasione il governo americano gli negò il visto per partecipare.
In questi casi lo sport è stato un motivo di riscatto dopo un periodo negativo, però non sempre chi è stato condannato in passato ha poi colto l’opportunità al volo. In ambito calcistico, ad esempio, da ricordare la storia di Ruben Semedo, difensore portoghese classe 1994 cresciuto nelle giovanili dello Sporting Lisbona, ma che si è reso protagonista di possesso illegale di armi da fuoco, per il quale venne indagato nel 2017, oltre all’arresto per sequestro di persona, minacce e rapina nel 2018. Tornato poi in libertà vigilata, il calciatore lusitano tornò a dimostrare le proprie doti da difensore venendo addirittura convocato nel 2019 dall’ormai ex ct del Portogallo Fernando Santos per le partite di qualificazione ad Euro2020 contro Lussemburgo e Ucraina. La parentesi calcistica si è chiusa nuovamente però nel 2021 e nel 2022 quando è stato condannato per stupro e violenza di genere in Grecia, oltre all’ultimo arresto in ordine cronologico con l’accusa di violenza domestica proprio lo scorso dicembre.
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