Giochi da ricordare tra alti e bassi. Curry e la Biles, Nole e Velasco. Olimpiadi, il marchio dei campioni

L'articolo di Leo Turrini riassume le emozioni contrastanti e i momenti salienti delle Olimpiadi di Tokyo, evidenziando storie di trionfi, delusioni e sorprese nel mondo dello sport internazionale.

di LEO TURRINI -
13 agosto 2024
Curry e la Biles, Nole e Velasco. Olimpiadi, il marchio dei campioni

Nole Djokovic ha finalmente vinto l’oro a Parigi

dall’inviato

Parigi

Fotografie. Come in una vecchia canzone di Claudio Baglioni: immagini che consegnano alla memoria una Olimpiade chiacchierata fin che si vuole, ma bellissima. Istantanee che non di rado sommano anche contraddizioni: perché non sempre una cosa ha lo stesso significato, anzi.

Ad esempio, prendiamo le lacrime. Erano di felicità repressa troppo a lungo quelle di Nole Djokovic, che con la racchetta in mano ha vinto l’unico trofeo che gli mancava. Ma era disperato il pianto di Gimbo Tamberi, protagonista della soap opera ospedaliera più seguita sui social dai tempi di Doctor House.

Poi ci sarebbe lo stupore. Quello radioso di Cindy Ngamba, pugilessa scappata dal Camerun perché nel suo paese perseguitano gli omosessuali, prima storica medaglia ai Giochi della Nazionale dei rifugiati. Tutt’altro lo sbalordimento negativo di Filippo Tortu: partiva secondo nella frazione finale della 4x100 ma qui non eravamo a Tokyo, è andato così piano che l’Italia il podio se l’è scordato.

Quindi ci sono il Super Eroe e la sua compagna, anche lei dotata di poteri eccezionali. Steph Curry, il cestista, ha fatto cose pazzesche pur di garantire al Dream Team USA del basket un oro che sembrava perduto. Perduta allo sport invece sembrava Simone Biles, la fata nera della ginnastica. Tutti avevano certezze su Curry, pochi su di lei. Ma ha zittito pure Donald Trump, con le sue imprese.

Ancora. I ’Revenant’, in stile film di Leonardo Di Caprio. Quelli che c’eravamo tanto amati e il brivido della giovinezza non torna più. Ma chi l’ha detto? Traditi ad Atlanta nel 1996, Velasco e Giani si sono ribellati alla livella. Hanno fatto un viaggio a ritroso nel tempo. Oro per Julio con le italiche donne del volley, oro per Andrea come coach dei francesi.

Avanti. Gli imprevisti ed imprevedibili. Chi si sarebbe filata, in Italia, Imane Khelif, boxeur d’Algeria donna fino a prova contraria, se il sorteggio non l’avesse abbinata alla nostra Carini? Nessuno, infatti Imane aveva consegnato al Coni la bandiera per la prossima edizione dei Giochi del Mediterraneo (si terranno a Taranto) e vigliacco se qualcuno aveva fiatato. E chi si aspettava che Nadia Battocletti potesse insidiare le levriere africane sui 10 mila metri fin sul traguardo?

E gli eredi? Leon Marchand è un nuotatore francese, è andato a studiare in America per allenarsi con il tecnico di Phelps, l’uomo delle otto medaglie d’oro a Pechino 2008. Leon per ora si è fermato a 4 ori e un bronzo, ma sta già lavorando per Los Angeles. E in termini di continuità dinastica non sarebbe saggio dimenticare lo svedese Duplantis. Nell’asta copia il mitico Bubka in tutto, anche nel migliorare il record del mondo un centimetro alla volta. Potrebbe saltare da subito 10 cm in più, ma perderebbe i bonus da primato. A certi livelli, lo sport è anche questo.

A proposito di livelli (di sopportazione). Mai far notare a Remco Evenepoel che in bicicletta non sarà mai come Pogacar: in una settimana ha vinto crono e prova in linea e tanti saluti allo sloveno, che invece di venire qua è andato al mare. Inoltre, mai dire a Greg Paltrinieri che ormai è troppo vecchio per la piscina: è andato due volte sul podio e se non era per la malefica Senna forse ci scappava pure il tris.

E i miracolati? Brittney Griner, cestista americana, si è sciroppata 294 giorni di prigione in Russia, dove giocava, nel 2022. Putin la fece arrestare per storie di droga, in realtà era solo una pedina di scambio in un affare di spie. Biden l’ha fatta tornare e domenica sera era sul gradino più alto del podio, alla faccia del Cremlino. Dove magari si saranno irritati anche per il trionfo nel salto in alto della Ucraina Jarosláva Oleksíïvna Mahučich. Viene da Dnipro, zona di guerra feroce. E ho detto tutto.

In coda, l’Italia nostra. Thomas Ceccon che dorme sulle panchine, ma non è un senza tetto, è un fuoriclasse da super attico in piscina. E Alice D’Amato, la ragazza che ha cambiato per sempre la percezione della ginnastica nel Bel Paese.

Potrei continuare, ma ho una valigia da chiudere. Mi scuso con chi ho annoiato a leggermi e ringrazio chi si è divertito.

A casa, che è pure ora.

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