Il coraggio delle donne d’Egitto. Nada va in pedana col pancione. E a beach volley si gioca velate
La sciabolatrice Hafez, dopo l’eliminazione, ha annunciato sui social di essere incinta di sette mesi. Sul campo vicino alla Torre Eiffel le azzurre in bikini hanno affrontato avversarie con maglietta e tuta.

La sciabolatrice Hafez, dopo l’eliminazione, ha annunciato sui social di essere incinta di sette mesi. Sul campo vicino alla Torre Eiffel le azzurre in bikini hanno affrontato avversarie con maglietta e tuta.
dall’inviato
Parigi
Si accettano scommesse: si saranno già formati gruppi di negazionisti, drappelli di dubbiosi, eserciti di chi è pronto a smascherare la fake news. Ma insomma, per il momento eccoci qua: una donna al settimo mese di gravidanza ha partecipato alla Olimpiade parigina. Non come turista, non come opinionista televisiva, nossignore. Proprio come atleta.
Il record. Si tratta di un record senza precedenti. Mamme in pista e in pedana per fortuna ne abbiamo viste tante. E non di rado si è scoperto, dopo, che avevano gareggiato ai Giochi ragazze in dolce attesa. Erano però all’inizio della gravidanza. Qui, settimo mese…
Chi è. Lei, la neo primatista, si chiama Nada Hafez. È egiziana e tra le Piramidi e il Nilo è discretamente popolare per la sua abilità con la sciabola in mano. Ha 27 anni, ha vinto trofei in Africa e nel frattempo si è laureata in medicina. Era già stata in lizza alle Olimpiadi di Rio e di Tokyo.
Qui a Parigi ha strappato applausi eliminando al primo turno l’americana Elizabeth Tartakovski. Poi è uscita di scena contro una coreana. Ma il botto l’ha fatto dopo, con la pubblicazione di un post sui social.
L’annuncio. Ha scritto Nada (nella foto): "Quelle che a voi sembrano due persone sulla pedana, in realtà erano tre! Eravamo io, la mio avversaria e il mio piccolo baby che ancora deve venire al mondo!". La sciabolatrice in inglese ha usato il termine “baby”, per non far capire il sesso del nascituro.
E ancora: "Io e il mio baby abbiamo dovuto affrontare la nostra giusta dose di sfide, sia fisiche che emotive. Le montagne russe della gravidanza sono già dure di per sé, ma dover lottare per mantenere l’equilibrio tra vita privata e sport è stato davvero faticoso, ma ne è valsa la pena. Scrivo questo post piena di orgoglio. Sono fortunata ad aver condiviso la fiducia di mio marito e quella della mia famiglia per essere riuscita ad arrivare fin qua".
Diranno i dottori se tirare sciabolate abbia fatto bene alla futura mamma e al pargoletto che verrà. Intanto, preparate pannolini e biberon.
Coperte. Ma era destino che nel martedì olimpico le donne d’Egitto guadagnassero le attenzioni di osservatori e curiosi.
Sentite qua. Valentina Gottardi e Marta Menegatti, le italiane del bech volley, la pallavolo da spiaggia, che qui si gioca stupendamente all’ombra della Torre Eiffel, hanno battuto per due set a zero (21-16 e 21-10) le ragazze egiziane Marwa Abdelhady Magdy e Doaa el-Ghobashy.
E fin qui saremmo alla enunciazione di un banale risultato. Ma Valentina e Marta erano in bikini. Le avversarie avevano invece le teste fasciate da un velo e i corpi coperti da una tuta nera, calzamaglia e maglietta rossa.
La cosa bella, anzi bellissima, è che un confronto simile, rispettoso di convinzioni e culture distinte e distanti, alla Olimpiade è la norma. Non da oggi.
Fosse così anche fuori da qui, nel mondo di ogni giorno, staremmo tutti meglio.
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