Il diritto e il rovescio della Wada: "Il caso Sinner è lontano dal doping"

L’agenzia internazionale: "I fatti erano unici. È la prima volta che un atleta viene contaminato dal suo staff"

di Redazione Sport
19 febbraio 2025
Jannik Sinner, il numero uno del ranking Atp tornerà in campo il 7 maggio a Roma

Jannik Sinner, il numero uno del ranking Atp tornerà in campo il 7 maggio a Roma

"Il caso di Sinner era lontano un milione di miglia dal doping. Dalla documentazione scientifica che abbiamo ricevuto emergeva come questo non fosse un caso di doping intenzionale, nemmeno in micro-dosaggi". Ad affermarlo é stato Ross Wenzel, General Counsel dell’Agenzia mondiale antidoping (Wada) ai microfoni della Bbc. Nel rispondere a Novak Djokovic, che lunedì aveva dichiarato come in casi simili la Wada si fosse mossa in modo diverso - Wenzel ha respinto qualsiasi ipotesi di trattamento speciale riservato al numero 1 del mondo e ha affermato che i termini della squalifica non sono stati decisi tenendo conto del calendario.

Viene da chiedersi che cosa sarebbe successo se Sinner avesse deciso di non patteggiare, ma di andare al dibattimento, dato che la stessa Wada ammette che la questione non rientrasse pienamente nei canoni dei regolamenti sportivi. "I fatti di questo caso, come delineati nella decisione di primo grado, erano veramente unici e diversi dagli altri casi di somministrazione da parte del personale di supporto dell’atleta. Infatti, non si è trattato di una somministrazione diretta, ma di un assorbimento transdermico poiché il massaggiatore dell’atleta, senza che quest’ultimo ne fosse a conoscenza, aveva trattato un taglio sul suo dito con un prodotto contenente clostebol".

In sostanza la Wada si è appellata al Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) contro l’assoluzione decretata dall’Agenzia Internazionale per l’Integrità del Tennis e dal tribunale indipendente per difendere il principio secondo cui l’atleta era responsabile anche delle azioni del suo staff rischiando, però, che i motivi del ricorso fossero demoliti dalla ricostruzione che era stata fornita nel primo grado di giudizio. La scelta di patteggiare e di chiudere la questione con tre mesi di squalifica è stata proposta da Sinner, ma il suo accoglimento ha comunque diviso il mondo sportivo.

"La Wada ha ricevuto messaggi da coloro che ritengono che la sanzione sia stata troppo elevata. Se alcuni affermano che è ingiusta nei confronti dell’atleta e altri che non è sufficiente, forse significa che, sebbene non piacerà a tutti, magari è quella giusta. Quando esaminiamo questi casi, non lo facciamo con la paura di ciò che diranno l’opinione pubblica, i politici o chiunque altro".

Inoltre la Wada ha ricordato come la possibilità di patteggiare sia stata introdotta nel 2021 e da allora siano stati poco meno di 70 i casi che si sono conclusi attraverso un accordo tra le parti. Per la cronaca Sinner potrà riprendere ufficialmente l’attività di allenamento dal 13 aprile e potrà tornare in campo dal 4 maggio, giusto in tempo per gli Internazionali di Roma che partiranno il 7 maggio.

Massimo Selleri

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