Inclusione e Scherma: L'Accademia Scherma Milano Pioniera del Progetto F.E.I.B

L'Accademia Scherma Milano promuove l'inclusione con il progetto F.E.I.B, sostenuto dall'Unione Europea, per espandere la scherma inclusiva in Europa.

di GIULIANA LORENZO
16 aprile 2025
I ragazzi dell’Accademia Scherma Milano impegnati in pedana grazie al progetto FEIB (Fencing: Equity, Inclusion, and Belonging)

I ragazzi dell’Accademia Scherma Milano impegnati in pedana grazie al progetto FEIB (Fencing: Equity, Inclusion, and Belonging)

Un termine di cui spesso si abusa è inclusione. Talvolta le parole rimangono gettate al vento e non riescono a sortire lo stesso effetto che si ottiene con un’azione concreta come una stoccata. L’Accademia Scherma Milano, da questo punto di vista, è pioniera. Lorenzo Radice, ex manager che ha stravolto la sua vita prediligendo le pedane, Presidente della realtà sportiva e suo cofondatore, da sempre è impegnato ad aiutare quelle realtà e situazioni spesso emarginate. L’associazione è tra le promotrici del progetto F.E.I.B (Fencing: Equity, Inclusion, and Belonging), che racchiude anche altre quattro società e selezionato dall’Unione Europea in quanto innovativo e impattante a livello sociale.

"Alla base di tutto – spiega Radice – c’è la volontà di passare dall’agonismo a una pratica aperta a tutti, riabilitativa e per persone con disabilità, ci siamo affermati così in Italia. Abbiamo presentato un bando all’Unione Europea, qualcosa di importante con 400mila euro in ballo. L’obiettivo è quello di espandere il nostro modello in altri quattro Paesi (Spagna, Francia, Romania e Ucraina, ndr). Alcuni hanno un’attività paralimpica limitata. La scherma funziona con chi ha disabilità fisica, sensoriale, cognitivo-relazionale, con le persone malate di Alzheimer (il corso a Milano è nato a seguito della malattia della madre ed è gestito dalla sorella Laura, ndr), con le donne operate di tumore al seno o nelle carceri. Perché? È uno sport di regole, insegna a gestire le emozioni e si presta per lavorare con tutti e per dare stimoli per poter dare il meglio. Questa disciplina può diventare strumento di crescita. Ora, nei vari Paesi partiranno i corsi: in Ucraina, la guerra lascerà tante disabilità fisiche e non e così noi ci stiamo portando avanti".

Lo scopo è quello di creare una sorta di rete di solidarietà in tutta Europa, consentendo a tutti di "avere un ambiente più inclusivo". Per questo all’Accademia Scherma Milano, spesso l’atleta normodotato si siede in carrozzina e tira con persone che hanno una disabilità fisica o indossa una benda oscurante e tira con i ciechi: si creano dei punti di incontro. "Facciamo continue riunioni con tutti i partner europei che abbiamo individuato, per aggiornarci su ogni singolo obiettivo che ci siamo dati. Una volta che questi due anni e mezzo saranno terminati, ripresenteremo all’Unione Europea i risultati che avremo raggiunto per proseguire il programma". Non mancano le sfide future, con Radice che sogna di riuscire a portare la sua Accademia e due atleti, Gabriele Albini e Sofia Brunati a Los Angeles 2028. "Per Gabriele abbiamo fatto raccolte fondi specifiche per permettergli di andare a fare le gare di Coppa del Mondo: l’iscrizione e l’albergo vengono pagati da noi. Fa parte della nazionale italiana e con noi è venuta ad allenarsi anche Sofia Brunati, altra atleta azzurra".

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