Kamate "Qui per crescere, Palumbo un esempio"
L’attaccante francese si racconta: "Arrabbiati dopo il Cosenza. Il mio numero di maglia? L’inizio del codice postale del mio quartiere"

Issiaka Kamate in azione con la maglia del Modena (fotofiocchi)
Et voilà, monsieur Issiaka Kamate. Nella consueta chiacchierata del mercoledì con un giocatore del Modena, questa volta è toccato al giovane francese di scuola Inter, arrivato a fine gennaio in prestito in gialloblù fino alla fine della stagione. Il quasi ventunenne attaccante, con una buona dose di simpatia e con un italiano assolutamente fluido e corretto, si è sottoposto volentieri alle domande dei cronisti.
Kamate, si racconti... "Ho cominciato a giocare in Francia in una squadra non professionistica (il Montfermeil ndr), poi sono andato all’Inter, cominciando con l’Under 17, poi Under 18 e due stagioni in Primavera. L’estate scorsa sono andato all’Avs in Portogallo, sono rimasto sei mesi e a gennaio sono rientrato e sono venuto qui a Modena".
Esperienza brevissima in Portogallo... "All’inizio mi ero trovato molto bene, poi è cambiato il mister, non ho più trovato spazio. Ora sono qui al Modena per cercare spazio e soprattutto crescere". L’ultimo anno nella Primavera nerazzurra un buon bottino, oltre dieci reti e parecchi assist. "Sì, possiamo dire che sono un attaccante, anche se ho la fortuna di adattarmi bene e poter giocare in diversi ruoli. Posso fare la mezzala, il quinto, l’esterno e il trequartista. Ho la qualità di saltare l’uomo e di crossare, lo facevo spesso all’Inter per dare assist ai compagni".
Appena arrivato, l’hanno definita un’alternativa a Palumbo. "Dove il mister mi dice di giocare io gioco. Mi ha dato fiducia e mi ha mandato in campo, ovunque mi mette io cerco di dare il massimo. Palumbo? Io guardo sempre i più grandi e lui è un esempio per me. Se il mister mi mette nel suo ruolo cerco di fare come lui".
Ha un giocatore a cui si ispira? "Il giocatore che mi piace di più in assoluto è Vinicius del Real. Mi piace come salta l’uomo e ammiro la sua velocità".
Qui a Modena il mister è Mandelli, che da sempre lavora con i giovani. "Con lui mi trovo molto bene, mi ha aiutato sin da subito ad inserirmi nel gruppo, mi dà molti consigli che io ascolto sempre con grande attenzione. Un allenatore davvero bravissimo".
Conosceva già qualcuno dei suoi compagni di squadra? "Sì, Dellavalle e Idrissi per averci giocato contro in Primavera, poi Defrel e Beyuku perchè sono francesi come me. Con Beyuku ci frequentiamo anche fuori dal campo".
Com’è l’umore dopo il pari col Cosenza? "Alla fine della partita eravamo arrabbiati perchè ci aspettavamo di più, ma questa gara è ormai andata e da ora dobbiamo pensare da subito alla prossima".
Nei suoi anni di Inter, quali gli allenatori a cui deve qualcosa? "Tutti mi hanno sempre aiutato tanto. Prima Zanchetta, poi in Primavera Chivu, persona straordinaria che mi ha fatto crescere anche sotto il punto di vista umano. Quando mi sono allenato con la prima squadra, è stato incredibile allenarsi con tanti campioni, ma Lautaro e Barella mi hanno veramente impressionato".
Una curiosità, come mai il numero 93? "Per lo stesso motivo per il quale Defrel gioca col 92. Il 93 è l’inizio del codice postale del mio quartiere...".
Cosa si aspetta da questa esperienza modenese? "Voglio crescere ed imparare come si gioca tra i professionisti".
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