La solitudine dell’eroe di Tokyo. Riecco Jacobs, tre anni esatti dopo: "C’è pressione, ma posso rifarlo»
Il campione in carica dei 100 piani in pista sabato e domenica. In stagione non è ancora sceso sotto i 9“92 "Cambiare staff? Una scelta giusta. Non serviranno crono da record, la semifinale sarà il momento più duro" .

Il campione in carica dei 100 piani in pista sabato e domenica. In stagione non è ancora sceso sotto i 9“92 "Cambiare staff? Una scelta giusta. Non serviranno crono da record, la semifinale sarà il momento più duro" .
Dall’inviato
Parigi
Le ultime parole famose. Marcellino e la sua verità. Jacobs 2021, Jacobs 2024. Cento metri di eternità a Tokyo. Cento metri di cosa a Parigi? Lo saluto mentre fa la foto di rito a Casa Italia. Da vicino non sembra agitato, turbato, preoccupato. Io lo sarei, visto che ha l’occasione di imitare Usain Bolt, ultimo sprinter capace di confermarsi campione olimpico.
Lui, no. Il Marcellino della estrema vigilia è in pace con se stesso. Non usa toni da sbruffone, evita echi da smargiasso. È padrone delle parole e anche il linguaggio del corpo è sobrio. Ma il vecchio cronista li conosce, questi momenti qui. La solitudine dell’eroe è qualcosa di intimo. Non è condivisibile. Non può essere spartita con altri. Non con i dirigenti, non con gli allenatori, nemmeno con i familiari. Figuriamoci con gli addetti alla comunicazione.
In questa stagione, nobilitata da un titolo europeo, mica pizza e fichi!, comunque Jacobs non è mai sceso sotto i 9”92. Io non sono Galileo Galilei, ma se non tira giù un decimino il podio se la scorda. Dopo di che, l’unico a conoscere la verità è lui. Dunque, conviene recepirne il messaggio al popolo. Non ce ne saranno altri. Fra sabato e domenica, parlerà il cronometro. Buona fortuna a lui. Per quello che ha già dato, se la merita.
Le parole. "Son passati tre ieri da Tokyo, lo so. E sembra ieri. Ma sono qua. Sono arrivato martedì e quindi ancora non ho vissuto in pieno il Villaggio degli atleti, le sue atmosfere…". "La prima cosa che mi ha colpito è l’enorme differenza rispetto al 2021. Tokyo fu dominata dal Covid, eravamo tutti un po’ prigionieri. Qui adesso è ovviamente tutto straordinariamente diverso".
"Per il 2024 avevo tre obiettivi. Oro europeo e confermare medaglie olimpiche del 2021. Io sto bene, sono in pace con me stesso. Sì,ho cambiato staff, è stata la scelta giusta. E fisicamente mi sento perfetto, ho sensazioni ottime. Sono sereno, voglio divertirmi". "La sfida più dura sarà paradossalmente la semifinale, ci sono tantissimi pretendenti alla finale. A Tokyo passai da terzo con 9”84, non si possono risparmiare energie…".
"Tre anni fa emotivamente ero diverso, solo essere ai Giochi era una conquista. Qui a Parigi ho l’autostima del campione uscente. Posso rifarlo, c’è pressione, non lo nego, ma intendo trasformarla in energia in più". "Lyles favorito Ha tanta motivazione ma quella ce l’abbiamo tutti. Ha detto che intende vincere 100, 200 e staffetta? Auguri, eh. Nessuno però parte battuto. Lui è mentalmente fortissimo. Io, anche…".
"La popolarità a me fa piacere, sono contento se atleti di altre discipline mi riconoscono. È bello, significa che ho già fatto qualcosa. Arrivo da campione olimpico, il peso lo sento ma ripeto che va reso uno stimolo in più…". "Ho detto che questi tre anni sono durati un attimo. Sono rimasto il ragazzo di prima. Sono cambiate situazioni, ho modificato cose, ho apprezzato anche i momenti negativi, ci ho lavorato sopra. Io ad ogni grande manifestazione ho tirato fuori il meglio, sia indoor che aperto. Qui non credo serviranno crono da record per vincere, dipende anche dalle condizioni pista, il meteo.Ripeto: è decisivo andare in finale, poi per andare a podio dovrò correre sotto 9”85…".
"Che consigli darei al ragazzino che ero? Nessuno, nel bene e nel male ho avuto dalla vita quello che era giusto. E a un adolescente di oggi ovviamente direi di non perdere la fiducia…". "Qui mi sono allenato nel campo di riscaldamento accanto allo stadio di Saint Dennis. Ho lavorato per evitare la fase di stasi intorno agli 80 metri, è andata bene…".
"Alla fine, io sono un uomo semplice, disponibile. In America ho portato la mia italianità, non me la tiro, resto me stesso, sono una persona normale". Basterà per imitare Bolt?
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