L’obiettivo. Guarire dal mal di trasferta in uno stadio storicamente fra i più ostici
Il Modena si prepara per una sfida cruciale contro il Mantova, cercando una svolta nella stagione. Analisi tattica e possibili formazioni in vista del match.
Nella storia di entrambi i club, c’è uno spazio particolare e speciale per questa sfida. Non v’è dubbio. Gli incroci del ’Martelli’ hanno rappresentato tanto, in un senso o nell’altro, per numerosi personaggi transitati da Modena. Verrebbe da dire che ora tocca anche a Paolo Mandelli. E non solo perché i canarini sono ancora alla ricerca della prima gioia lontano dal Braglia, tarlo enorme di una stagione nata, evidentemente, sotto una stella non troppo esaltante. Ma perché, da una squadra finalmente priva di infortunati lungodegenti, ci si aspetta ora un colpo di reni, un segnale, una svolta. Al lettore il piacere di individuare il termine più opportuno.
Certo, la tranquillità dell’ex tecnico della Primavera è stata trasmessa e in parte si è notata. Con Carrarese e Cosenza il Modena è parso più equilibrato senz’altro, ma ancora malaticcio dal punto di vista delle attenzioni e dei dettagli, troppo importanti per una formazione che, alla base, ha qualità da risvegliare. Si parla dell’attacco (ricordare il cinismo mancato in Calabria) e della fase difensiva (prendere gol in continuazione non fa bene a nessuno), le quali necessitano di attenzione tripla.
Oggi, inoltre, ci sarà di fronte una squadra amante del palleggio e di quella filosofia che trova le sue fondamenta negli studi di De Zerbi del quale, Possanzini, è stato vice e attento osservatore. Come, per altro, Paolo Bianco. Tutti insieme hanno condiviso l’esperienza allo Shakhtar Donetsk prima dello scoppio della guerra in Ucraina. Al Mantova spesso, però, è stata criticata questa eccessiva predisposizione al gioco costata cara in diverse partite e proprio lì il Modena dovrà provare a costruire la sua partita. Con parsimonia, accettando anche di consegnare il pallino del gioco ai padroni di casa ma ricordandosi di essere spietata quando la sfera arriva ai fautori del contropiede, Caso e Palumbo. Supportati, al ’Martelli’, forse dal ritorno dal 1’ di Pedro Mendes, non accade dal 22 settembre, giorno di Modena-Juve Stabia. Il vero dubbio, almeno per noi comuni mortali, riguarda l’out di destra. Confermare Di Pardo o inventare, di nuovo, Battistella esterno? Più probabile che quest’ultimo prenda il posto dello squalificato Santoro in mezzo al campo. Dietro non dovrebbero esserci cambiamenti, il terzetto Dellavalle-Caldara-Cauz avrà continuità. Continuità, già. Termine non proprio amico del Modena. Ma il tempo trascorre inesorabile.
Alessandro Troncone
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