Lorenzo ’il magnifico’ punta la finale. Ma c’è di nuovo l’esame Djokovic. Paolini ed Errani, grinta da medaglia
Azzurri in semifinale in doppio e singolare: Musetti trionfa su Zverev, contro Nole la rivincita di Wimbledon. La coppia esplosiva Jas-Sarita non si ferma più sui campi del Roland Garros e va a caccia dell’ultimo atto.
dall’inviato
E adesso si fa sul serio. Perché ha ragione Lorenzo Musetti, certo che si punta a una medaglia, sennò a un’Olimpiade che cosa ci vai a fare? Lui è in semifinale (contro Djokovic), e ci sono anche Jasmine Paolini e Sara Errani, le gemelle diverse del nostro tennis, due generazioni unite con lo stesso effetto che fanno nitro e glicerina, quando si combinano. Piccole e terribili, capaci di migliorarsi a vicenda perché se hai voglia di imparare puoi farlo anche quando hai già 37 anni come Sarita, o a 28 come la principessa toscana.
Lorenzo ieri ha detronizzato il campione olimpico in carica Zverev, tutti chiamano il carrarino ’Il magnifico’ ma sarebbe forse più giusto definirlo l’instancabile, perché sta portando avanti un’estate di crescita pazzesca e sarà anche vero, come dice lui, che si è riassestato dopo il piccolo terremoto interno che diventare padre porta a chiunque. Ma l’impressione è che oltre ad aver trovato l’equilibrio, abbia anche scoperto come incanalare il fiume del talento che tutti gli hanno sempre riconosciuto, fino a portarlo a sfociare nel mare dei risultati, senza disperdersi prima del traguardo. Adesso (oggi alle 19) c’è la semifinale contro Nole (che ieri ha battuto Tsitsipas 6-3, 7-6), vincerla significa mettersi una medaglia al collo, facile non sarà, ma non lo era neanche ieri contro Zverev, battuto con un doppio 7-5 che è anche il segno del controllo dei nervi. Quel che un giorno limitava il talento del toscano oggi è diventato il suo punto di forza: non è uno scatto da poco, per chi ha ricevuto dalla rinuncia di Sinner lo scomodo ruolo di frontman. Senza tremare, si direbbe.
Non lo hanno fatto neanche le due formiche atomiche del nostro tennis, due che sembrano fatte con lo stesso stampino, piccoline in un mondo che nel tempo si è fatto sempre più fisico, e come tutti i più piccoli abituate alla lotta fin dai primi giorni.
La Errani ha costruito sulla corsa e sulla grinta una carriera superiore ai suoi mezzi fisici, la Paolini sta assorbendo l’esperienza della compagna più esperta in doppio. Ieri non hanno lasciato scampo alle britanniche Katie Boulter ed Heather Watson 6-3 6-1. Sulla stessa terra rossa quest’anno sono arrivate in finale, per bissare il risultato dovranno battere oggi alle 12 le ceche Karolina Muchova e Linda Noskova (che hanno battuto le taiwanesi Su-Wei Hsieh e Chia Yi Tsao 1-6 6-4 14-12), solo che stavolta vale una medaglia.
Il tennis italiano era venuto ai Giochi con grandi ambizioni, evaporate in parte prima e in parte durante. Ci rimangono Lorenzo il Magnifico e le due piccolette terribili. La Errani tra l’altro è stata anche inconsapevolmente al centro di un caso per commenti sessisti di un radiocronista francese che ha detto: "lei è il capo, fa tutto lei: lava i piatti, cucina, pulisce", gli altri hanno riso.
Le avversarie ridono meno.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su