Magnino, la lezione del dottore gialloblù: "Le 114 gare, la serenità di Mandelli, il futuro"
Il leader silenzioso del centrocampo del Modena: "L’esultanza? Nata dopo il Covid. Ora proviamo a raggiungere qualcosa di importante"

Luca Magnino, fra i leader del centrocampo del Modena, mima la sua tipica esultanza dopo un gol
Nel novero di chi può contare 100 presenze (114, per la precisione) con la maglia canarina, c’è Luca Magnino. Testa e gambe, verrebbe da dire. Mai domo in campo, sognatore e studente fuori. Tre anni esatti a Modena, da leader silenzioso. Ma il ragazzo è tutto da scoprire per il percorso, non banale, fuori dal rettangolo. A partire dagli studi e dalla recente laurea.
Perché ha scelto di laurerasi? "Sono convinto sia formativo, personalmente. Avevo iniziato l’Università pubblica a Udine, in presenza. Poi l’ho lasciata e due anni fa l’ho ripresa, voglioso di finirla. E ora mi sono iscritto anche alla Laurea Magistrale".
Cosa studierà? "L’indirizzo si chiama Management e Innovazione. Mentre la triennale era di Economia Aziendale, all’Università Telematica Pegaso".
Ma dove ha trovato il tempo per studiare? "Ho imparato a gestire i momenti della giornata. Certo, ci sono periodi in cui sei molto dentro al calcio. Cerco di sfruttare i tempi morti, oppure durante i viaggi ascolto le lezioni".
Aveva partecipato anche ad un ulteriore corso, vero? "Organizzato dal Modena e dalla società Consultinvest, sulla gestione dei guadagni. Su questo tema ho scritto anche la mia tesi, ho analizzato gli investimenti dei grandi sportivi, ad esempio Sinner. Nel nostro piccolo, abbiamo la fortuna di guadagnare cifre che altri non guadagnano ed è interessante capire come possiamo far fruttarle".
Dunque, che idea ha del futuro? "Non ancora chiara ma mi piacerebbe costruirmi una possibilità nel dopo carriera. La gestione di atleti di alto livello mi intriga, unisce la finanza e lo sport".
Senta... calciatore, laureato, felicemente fidanzato. Che le manca? "Beh, sono felice. Spero di portare avanti queste tre cose al meglio".
Magari con progetti famigliari? "Pochi giorni fa ho chiesto alla mia ragazza di sposarmi... (sorride, ndr) Ci piacerebbe costruire una famiglia, abbiamo l’età giusta. Lo sogniamo insieme".
Congratulazioni. Quest’anno ha superato anche le 100 presenze col Modena "Secondo me sono traguardi che vanno celebrati, mi rendono fiero. Spero di farne tante altre".
Tesser, Bianco, Bisoli e Mandelli. Una parola per ognuno di loro? "Per Tesser l’esperienza, sicuramente. Per Bianco la parola innovazione. Bisoli, carisma. Mandelli, serenità e fiducia. Un normalizzatore".
Da giovanissimo, a Udine, ha sfiorato la A ricorda? "Ero in panchina in Udinese-Inter 1-2, gennaio 2017. Dopo pochi giorni sono andato in prestito alla Casertana, in C. Ho avuto la fortuna di allenarmi con Di Natale, De Paul, Zapata. In Primavera Duvan mi fece anche un paio di assist un volta".
Non capita a tutti "La notizia è che li ho sfruttati segnando. A parte gli scherzi, è sempre stato un sogno nel cassetto tornare a Udine e giocare la A".
Il momento più bello a Modena? "La promozione in B. Le due emozioni più forti il gol di Gagno e quello di Minesso con il Pescara allo scadere".
Il momento più brutto? "La contestazione dello scorso anno dopo il ko con la Feralpisalò. Avevo giocato anche pochi minuti, non era stato dentro la partita e non fu bello".
Il compagno che l’ha impressionata di più? "Due nomi. Palumbo, sta dimostrando di essere fuori categoria. Poi dico Andrea Poli. Faceva cose normali ma erano straordinarie nella loro semplicità. Si capiva il perché avesse giocato al Milan e all’Inter".
Esulta ancora a mo’ di soldato? "Ancora perché non segno più? (sorride, ndr) Quando ero a Pordenone, presi il Covid. Tornai dopo 8-9 giorni e giocai subito a causa di altri contagi in squadra, praticamente senza allenarmi e mi fecero una grafica con scritto ’Sergente is back’ e da lì ho iniziato. Vorrei esultare più spesso però..."
Il suo contratto scade nel 2026. Prospettive? "Cerco di fare il massimo, credo in estate parleremo. Ma concentriamoci sulle ultime partite e proviamo a raggiungere qualcosa di importante, poi si vedrà".
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