Modena Playoff più lontani, calendario tosto
Dopo l’Arechi ai gialli conviene più guardarsi alle spalle. Anche perché dopo Castellammare ecco Catanzaro, Pisa e... Sassuolo

Pedro Mendes in azione sabato. nella sconfitta con la Salernitana (fotofiocchi)
Che bei tempi quelli di Cittadella. Quando, di rientro dalla vittoria al Tombolato, si aveva avuto la sensazione, forse per l’ultima volta, che il Modena avesse finalmente trovato il giusto equipaggiamento per entrare nell’inesplorato territorio della zona playoff. Certo, inesplorato, perchè dall’inizio della stagione mai i gialloblu sono stati nei primi otto posti della graduatoria.
Bei tempi, si diceva: ma non è che sia passata un’era geologica, soltanto due settimane. Quindici giorni in cui, ancora una volta, il Modena è stato respinto dalla classifica così come i Jalisse a Sanremo. Dopo la vittoria in terra veneta, due partite contro le ultime due della classe, Cosenza e Salernitana, e un solo punto portato a casa. D’altronde i numeri, che non mentono quasi mai (e toglieremmo il quasi), certificano, ad esempio che contro le tre formazioni che al momento sono agli ultimi tre posti in classifica, ovvero in zona retrocessione diretta, in sei partite il Modena a portato a casa soltanto cinque punti. La partita di Salerno non è stata che l’ultima puntata della serie delle occasioni perdute: contro una squadra visibilmente in difficoltà psicologica e in un ambiente più tiepido che caldo, la squadra gialloblu ha rivitalizzato una formazione che onestamente, con tutto il rispetto per la squadra granata, non ha certo mostrato di scoppiare di salute. Ma ha portato a casa tre punti vitali e alla fine chi vince ha sempre ragione.
E i gialli? Ancora una volta siamo qui nel frustrante esercizio di attendere i risultati delle altre per verificare quanto sia misurabile la distanza di sicurezza, con l’unica consolazione che, più squadre dietro si hanno, più scontri diretti ci sono ed è evidente anche a chi non mastica calcio che in una partita non si può vincere in due. Ma il livello di attenzione si deve alzare: diciamo che i sogni playoff li chiudiamo per ora in un cassetto, e che la mission ora deve essere portare a casa il prima possibile il mantenimento della categoria. Qualche punto di vantaggio sulla zona calda c’è ancora, ma è altrettanto vero che dietro non si è arreso ancora nessuno, Cosenza compreso. E il calendario, almeno quello dell’immediato, non è che permetta di fare troppi calcoli, se non quelli di cercare di portare a casa il massimo possibile. Sabato il secondo giro in Costiera sul campo della Juve Stabia, poi la sosta e in rapida successione Catanzaro e Sassuolo in casa inframmezzati dalla trasferta di Pisa. Fate un po’ voi. Il ko di Salerno, a parte la delusione del risultato e della ormai cronica incapacità di dare continuità ai risultati, offre diversi punti di riflessione. Per la ventiduesima volta su ventinove la squadra ha subito gol e soprattutto non è riuscita a mostrare quel cinismo che in serie B serve come l’aria. Possiamo parlare decine di minuti sul rigore prima assegnato da Giua poi tolto dal Var, se il tocco di Bronn fosse stato più di braccio che di spalla o viceversa, ma quando poi si falliscono due reti clamorose a pochi passi dalla porta, scusate ma passa un attimo la voglia di intavolare qualsiasi discussione. Intanto la squadra è lì, a metà del guado, in quella zona di classifica insipida come i piatti che mangiano le persone che hanno problemi di ipertensione. Chissà, può darsi che per il terzo anno consecutivo alla fine si porti a casa un decimo posto che saprà ancora di vorrei ma non posso, ma attenzione a non scherzare col fuoco, il rumore dei nemici, come diceva un noto allenatore portoghese, si sente distintamente alle spalle. La gara di sabato a Castellammare di Stabia dovrà dare subito risposte: il Modena ha gli uomini per andarsi a giocare la partita e ci auguriamo tutti che lo faccia. Ma ci vorrà un altro atteggiamento rispetto a quello visto all’Arechi, dove i duecento coraggiosi che hanno affrontato la lunga trasferta, a fine gara hanno intonato verso la squadra un "meritiamo di più". Solo tre parole, ma estremamente chiare.
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