Modena Poco gioco, tanti fischi: ennesimo pari
Un’ora in undici contro dieci non basta ai gialli per battere il Frosinone terzultimo. Segna il solito Palumbo. Il ’Braglia’ ha perso la pazienza

I giocatori a rapporto di fronte ai tifosi gialloblù a fine partita (fotofiocchi)
Partiamo dalla fine. Dai fischi. Tanti, piuttosto assordanti al triplice fischio di una partita il cui finale lascia spazio a numerosi termini che aiutano a descriverla. Sconfortante è forse quello che maggiormente si avvicina a ciò che vogliamo raccontare, la sensazione dello sconforto è il sentimento più vivo nei presenti allo stadio e non solo.
Il Frosinone non ha demeritato il pareggio, anzi. E non lo ha demeritato perché ha capito la partita che stava giocando e ne ha compreso i momenti. Ha provato a giocarsela in parità numerica, ha incassato una volta in dieci e da lì ha intuito di dover anzitutto non prendere il secondo gol, attendendo la fase giusta per tentare la rivolta. Al contrario, il Modena non si è reso conto di avere tra le mani un’occasione ghiotta, ghiottissima. La rete di Palumbo è apparsa come una gran bella liberazione, come un viatico ideale per incanalare un match d’improvviso messo sui binari giusti dall’espulsione di A. Oyono per l’entrata a piede a martello su Magnino al 27’. Benedetta anche da Daniele Orsato, arrivato al Braglia per giudicare (in qualità di nuovo commissario AIA per lo sviluppo di nuovi talenti arbitrali) la prestazione del signor Monaldi, al suo debutto.
Ebbene, pur non giocando un primo tempo entusiasmante, condizionato da scelte di formazioni più o meno obbligate per il virus che ha colpito il gruppo in settimana, il Modena è avanti col suo uomo migliore. C’è Duca a tutta fascia a sinistra, out Dellavalla, Battistella prende il posto di Santoro. Crea delle situazioni la squadra di Mandelli, tante quando la palla arriva tra i piedi di Caso il quale ha sempre troppa voglia di trattenere la sfera, collaborando poco con Mendes e qui si spiega in parte lo scarso coinvolgimento del portoghese. Tuttavia, all’ex Ascoli si deve chiedere maggior efficacia in area: anche ieri alcune palle in area da ’azzannare’, come a Palermo, ma non azzannate.
Nella ripresa il solo Ambrosino fa letteralmente ammattire i tre difensori canarini. L’assist per Darboe è illuminante, seppur ci sia un concorso di colpe tra Zaro, Cauz e Caldara in quell’azione. Mandelli mescola le carte, prima passa al 4-3-3 e poi al 4-2-4 ma gli inserimenti di Defrel, Bozhanaj, Abiuso, Di Pardo e Cotali non danno l’effetto sperato. Ecco, qui l’altro dettaglio da commentare. Elettroencefalogramma piatto. Per un’ora in superiorità numerica il Modena non dà l’impressione di mettere sotto l’avversario. La sfera gira, poi si arriva lì e non accade molto. La classifica non peggiora, almeno. Ma i fischi del Braglia hanno un senso abbastanza profondo, oltre alla delusione del risultato. Tutti hanno la necessità di vedere qualcosa di diverso.
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