Ngamba riscrive il medagliere. Fuggita dal suo Paese, ma sul podio. C’è il primo alloro per i rifugiati

La pugile camerunense, riparata in Gran Bretagna perché omosessuale, sicura almeno del bronzo . Dell’algerina Nemour il primo metallo africano della ginnastica: sono storie di un mondo che cambia.

di LEO TURRINI -
5 agosto 2024

dall’inviato

Da ieri il medagliere storico dei Giochi si arricchisce di un nome che sarebbe bello non ci fosse, perché se non ci fosse vorrebbe dire che il mondo è diventato meno brutto. Vorrebbe da dire che non ci sono più persone costrette a scappare dalla loro terra per evitare guerre, violenze, soprusi, abusi. Ma chissà se mai ci arriveremo.

Per dare una prospettiva ai senza patria, il Comitato Olimpico Internazionale ha meritatamente creato dal 2016 la Selezione dei Rifugiati. A uomini e donne che hanno perso tutto viene offerta l’opportunità di continuare a coltivare le passioni e le aspirazioni sportive. Esiste un fondo speciale per finanziare atleti ed allenatori. Che poi partecipano alla cerimonia inaugurale con la scritta che è un messaggio: rifugiati. Un monito. Un appello. Quantomeno un invito a non dimenticare, non rimuovere.

Ebbene, la prima storica medaglia per la squadra olimpica dei rifugiati è stata conquistata grazie alla vittoria di Cindy Ngamba nella boxe contro la francese Davina Michel. La pugile camerunense, qualificata per le semifinali, otterrà almeno il bronzo nella categoria dei meno 75 kg. Cindy Ngamba, che ha vinto ai punti per 5-0, ha lo status di rifugiata in Gran Bretagna, dove arrivò a 11 anni a causa della repressione contro gli omosessuali nel paese in cui è nata.

Algeria. Storica, per ragioni fortunatamente meno drammatiche, l’impresa di Kaylia Nemour nella ginnastica, specialità parallele asimmetriche, la prova disertata dalla dominante Simone Biles. La curiosità sta nel fatto che Kaylia viene dalla Algeria. E mai nella storia dei Giochi un rappresentante dell’Africa, al maschile come al femminile, aveva vinto un oro nella ginnastica.

Ancora: sabato notte, nello stadio dell’atletica, erano salite sul gradino più alto del podio Julien Alfreduna centometrista di Santa Lucia e una triplista di Dominica, che non è la Repubblica Domenicana.

So che si tratta di una banalità, eppure conviene ripeterla: il mondo sta cambiando ad una velocità pazzesca e talvolta noi italiani non riusciamo ad accorgercene. Meglio accelerare.

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