Retromarcia azzurra. Stano-Palmisano, peccato

Massimo soffre e finisce quarto, Antonella si ritira: "Non me lo spiego" .

di LEO TURRINI
2 agosto 2024

dall’inviato

Sempre sviluppare il negativo della foto, diceva mia suocera. E dunque conviene sperare non sia finita qui l’Olimpiade di Massimo Stano e Antonella Palmisano. Re e regina di Tokyo sui 20 chilometri di marcia. Giù dal trono qui a Parigi.

Ma, appunto, non è detto sia finita qui: ai Giochi il 7 agosto debutta la novità della staffetta mista. Potrebbe essere l’occasione della rivincita, decideranno i tecnici chi schierare.

Certo che è dura da mandare giù…

Quarto. Stano, onestamente, è stato commovente. Nella mattinata davanti alla Torre Eiffel ha dato tutto. Ha perso il bronzo per un secondo, eppure sul traguardo sorrideva.

"La mia strategia prevedeva di essere un francobollo per gli altri. Mi sono ritrovato più volte davanti perché stavo bene. È chiaro che io ho dato il massimo, ma probabilmente quel massimo non è stato sufficiente. Ma con 55 giorni di preparazione non era scontato lottare per il podio. Quello che ho fatto mi rende orgoglioso. Non sono triste, ho anche avuto i soliti guai con una caviglia, dovrò lavorarci sopra per capire come mai mi capita spesso. La staffetta il 7 agosto insieme ad Antonella Palmisano? Vediamo cosa deciderà la federazione, avrò anche una settimana in più di preparazione. Ma per la medaglia individuale dovrò fare Los Angeles adesso…".

La 20 km maschile è stata vinta dall’ecuadoriano Pintado, argento al brasiliano Bonfim, bronzo allo spagnolo Martin. Quarto Stano, Fortunato 20esimo, Orsoni 41esimo.

Crack. Ma lo shock vero è venuto dalla prova femminile. Per spiegarmi bene: si sapeva che Stano non era al top e le aspettative erano limitate.

Invece Antonella Palmisano, che è una splendida persona e una professionista in formissima, non si era tirata indietro, alla vigilia. Condizione eccellente, morale alto, titolo europeo in bacheca.

Poi, crack. Partenza sparatissima della cinese Yang (poi in trionfo) e l’azzurra arranca, annaspa, affonda. Getta la spugna disperata. Niente bis, solo un mesto ritiro.

"Non mi spiego cosa sia successo, ero pronta, invece normali cambi di ritmo che in allenamento tengo senza problemi. Forse è stata solo una giornata-no, lo sport è fatto anche di queste cose. Dopo un anno magico non immaginavo questo scenario. Non sono un robot, ma debbo trovare la forza di rialzarmi. Voglio parlare con Massimo Stano, pensando alla staffetta mista".

Vabbè, non è finita finché non è finita. Ma come era bella la marcia nei giorni di Tokyo…

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