Robert Kubica trionfa a Le Mans: il ritorno del campione al volante della Ferrari
Robert Kubica vince a Le Mans con la Ferrari, coronando un sogno dopo anni di sfide e un grave incidente.

Robert Kubica, polacco di 40 anni
Il Conte di Montecristo dell’automobilismo è polacco. Ed è tornato come l’errore letterario di Dumas e insomma questa impresa di Robert Kubica, in trionfo sul traguardo di Le Mans al volante di una Ferrari, ha davvero un sapore romanzesco. La sua vita è come un libro d’avventura.
Le origini. Robert Jozef Kubica è nato a Cracovia nel 1984. Devotissimo di Papa Giovanni Paolo II, in una Polonia che cominciava a dimenticare l’oppressione comunista ha scoperto presto l’amore per la velocità. E siccome il talento c’era tutto, il padre lo portò in Italia nella seconda metà degli anni Novanta. Sui kart Robert ha dato spettacolo: presto su di lui si sono concentrate attenzioni importanti.
F1. Ricordo il suo sorprendente debutto in F1: era il 2006, stavo in Ungheria e raccontai l’esordio del giovane polacco a bordo della Sauber motorizzata Bmw. Già a Monza Kubica conquistò un clamoroso terzo posto, alle spalle di Schumacher e Raikkonen. Era nata una stella.
Il sogno. Robert è sempre stato dannatamente veloce. E nel 2008 finalmente vinse, con la BMW. Eravamo a Montreal, sulla stessa pista dove l’anno prima era miracolosamente scampato ad uno spaventoso incidente. Lui disse che era stata la protezione di San Giovanni Paolo II a salvargli la vita.
Il dramma. E insomma era tutto apparecchiato per aprirgli le porte della Ferrari. L’allora presidente Montezemolo lo voleva accanto ad Alonso. Ma il destino era in agguato. 6 febbraio 2011. Kubica, per passione, corre anche nei rally. E’ sulle strade della Liguria che il suo tempo sembra scadere. Pazzesca carambola, conseguenze pesantissime: gravissime lesioni incluse una frattura alla gamba destra, un’emorragia interna e lesioni multiple alla mano, alla spalla e al braccio destro.
Il ritorno. Finito? Ma quando mai. Passando attraverso una sequenza di interventi chirurgici, Robert non ha mollato. Voleva correre ancora. Persino in F1: ha disputato la stagione 2019 con la Williams, poi si è congedato dall’ambiente facendo il test driver per due anni con la Alfa Romeo. Più costante è stato invece l’impegno sia nei rally che nelle vetture Turismo. Fino al capolavoro di ieri a Le Mans, che può ben essere inteso anche alla stregua di un risarcimento per le troppe sofferenze patite.
Le parole. Dopo la vittoria, ieri Robert non stava nella pelle. "Ho realizzato un sogno, insieme ai miei compagni Hanson e Ye – ha raccontato il polacco –. Inseguivo questa gioia da anni e anni. Qui a Le Mans ho cominciato con le LMP2 poi sono passato alle Hypercar. In tutte le mie partecipazioni alla 24 Ore ho occupato una delle prime tre posizioni per il 70 per cento dei giri percorsi! Ma la vittoria assoluta non si decideva ad arrivare. Me lo merito, ce lo meritiamo. E sono felice di avercela fatta con la Ferrari, sapete che prima di quel terribile incidente avevo già un accordo con Stefano Domenicali, sarei venuto a Maranello a far coppia con Fernando Alonso. Ma il destino ha deciso diversamente ed è inutile coltivare rimpianti. La gara? E’ stata una emozione continua, 24 ore di stress, eravamo in quattro vicini vicini. Nel finale mi hanno chiesto di restare al volante più di quanto preventivato, sentivo che ero a pochi passi dall’impresa. Ho tenuto la testa fredda e adesso eccomi qua…". Eh, sì. Il Conte di Montecristo è tornato. E ha vinto a Le Mans. Al volante di una Ferrari.
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