Russo, è sempre uno show. Dai guantoni ai cavalli in tv: "Mi batte solo mia moglie»
L’ex campione di pugilato conduce programmi dedicati alla monta western. Ha sposato la judoka azzurra Maddaloni: "In palestra lei finge di soffocarmi".

L’ex campione di pugilato conduce programmi dedicati alla monta western. Ha sposato la judoka azzurra Maddaloni: "In palestra lei finge di soffocarmi".
Dal ring alle selle, sempre in favore di telecamera. Clemente Russo, campione azzurro di pugilato con due titoli mondiali e due argenti olimpici in bacheca, non si è fermato un attimo quando è sceso dal quadrato: tv in tante forme e tanti format, palestra come preparatore molto particolare, e la riscoperta di un vecchio amore, quello per i cavalli.
Russo, lei ha lo show nelle vene. Anche da preparatore atletico è uno che dà spettacolo...
"Io sono sempre stato un intrattenitore. Anche nello spogliatoio della nazionale di boxe, quando ero il capitano, ero sempre il primo a cantare al karaoke".
La colonna sonora di Rocky?
"No, no, musica napoletana, neomelodico. Essendo anche un grande esperto di fitness, avendo avuto più di una palestra, è stato normale creare il programma ’Train like a champion’, allenati come un campione. Quest’anno l’ho fatto anche in spiaggia in Calabria, dove ho fatto sudare persone scalze sui sassi. Mi riesce facile creare quella adrenalina che fa impegnare tutti, me lo riconoscono le persone. Non sapete la soddisfazione che provo quando riesco a far fare esercizi a una signora di 70 anni insieme con un ragazzino di 15".
E come fa?
"Bisogna capire il loro linguaggio. Il progetto di ’Train like a champion’ nasce con McFit, poi è diventato un premio per i clienti".
L’anno scorso è stato protagonista al Rimini Wellness con attrezzature quasi fantascientifiche.
"Sono testimonial di un macchinario di Akuis, che si chiama Stadia e sfrutta carichi elettromagnetici invece che i classici pesi. Sono carichi puri, gestiti in modo digitale e capaci di adattarsi all’atleta che li usa".
Le viene facile esibirsi, insomma.
"Quando recito o sono davanti a una telecamera per me è come se fossi sul ring. Anche sul set uso quello che lo sport mi ha insegnato".
Lei ha un’altra grande passione, i cavalli, e la trasmette su EquTv. Come è nata?
"Vengo da una terra di contadini, nel Casertano. Quando ero piccolo non c’erano trattori, ma cavalli da tiro, e da bambini siamo cresciuti in mezzo a loro. Quando sono nate le prime scuderie di monta western siamo passati dal montare a pelo alla sella western. Io sono un autodidatta e ho studiato, sono diventato un esperto di monta americana e di linea genetica di sangue di Quarter Horse americani. Possiedo alcuni cavalli, e ogni venerdì sera alle 20,30 ne parlo su EquTv".
Possiamo provocarla? Di solito i pugili così svegli sono quelli che di pugni ne hanno presi pochi.
"Ah ah. Beh se è per quello sono anche un bel ragazzo, non ho il naso rotto e non sono pieno di cicatrici. Per il numero di combattimenti e per gli anni di match che ho fatto, riuscire a non essere colpito mi ha aiutato tanto. Avevo un modo di boxare che forse non stregava le platee, perché non tiravo tremila cazzotti, ma l’esempio era Mohammed Alì per il modo in cui si muoveva leggero, colpire e fuggire. Se oggi sono così lucido è anche per quello, è vero".
Sua moglie è la judoka Laura Maddaloni, sorella di Pino. Chi vince in casa, tra boxe e judo?
"Ne discutiamo tutti i giorni, e ovviamente io ho sempre la peggio. A volte ci giochiamo davanti ai clienti della palestra, lei finge di soffocarmi. Volendo potrebbe anche riuscirci".
È vero che vi siete sposati due volte?
"Sì, ma non perché ci fossimo separati. Abbiamo fatto il rinnovo delle nozze, le prime nel 2008, poi a forza di viaggiare io stavo più per aria che per terra, come diceva mia nonna, e quando ho smesso nel 2016 lei ha voluto che ci risposassimo e promettessi di restare a casa. Anche se dopo mi è venuta voglia di fare la quinta Olimpiade..."
A proposito di donne. Russo, che cosa pensa della vicenda che ha coinvolto la nostra Carini e l’algerina Imane Khelif alle Olimpiadi?
"Se la Khelif è stata ammessa dal CIO che è l’ente sportivo più importante nel mondo, penso che avesse tutti i requisiti per combattere. Non mi interessa parlare del testosterone: ci sono medici di altissimo livello che sono lì apposta e se per loro è idonea, non vedo il senso di creare una polemica. A meno che..."
A meno che?
"Non si volesse creare una gigantesca bolla di sapone per aumentare l’audience sull’Olimpiade. Io penso sia andata così, e ci sono riusciti, mi sembra".
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