Scacchi: uno sport per la mente che appassiona sempre più italiani

In corso la fase finale del campionato italiano. Nel nostro Paese i tesserati sono oltre 23mila, più della metà sono junior. Numeri che non tengono conto del mondo amatoriale

di ANTONIO PETRUCCI:
30 novembre 2024
Il Campionato italiano assoluto di scacchi a Torino (Alive)

Il Campionato italiano assoluto di scacchi a Torino (Alive)

Torino, 30 novembre 2024 – E’ uno sport per la mente, praticato da sempre più italiani, e trainato soprattutto dai giovani, contrariamente a quello che si penserebbe. Tornato ad essere giocato molto anche online, soprattutto durante la triste esperienza del Covid-19, il mondo degli scacchi vive in questi giorni la fase finale del campionato nazionale, con i migliori atleti che si stanno sfidando a Torino, presso gli Archivi di Stato, per assegnare il titolo assoluto, femminile e under 20 del 2024, il 7 dicembre. Ma da cosa nasce questo rinnovato interesse per gli scacchi?

I numeri della Federazione

Il 2024 è stato un anno record, con la Federazione Scacchistica che ha superato i 23.500 tesserati, di cui oltre 13mila junior, e circa 7.300 agonisti. L’80% degli iscritti è uomo, ma cresce comunque l’interesse anche del mondo femminile, per uno sport di cui si parla spesso quando si valutano nuovi inserimenti nelle competizioni olimpiche. Sarebbe probabilmente l’ultimo step per la crescita di questa disciplina, che in Italia può contare su un centinaio di scuole dove imparare a giocare, e circa 400 circoli.

I dati però non tengono conto di tutto un mondo amatoriale, cioè di giocatori non tesserati, che si sfidano in maniera amatoriale online. Si stima che siano circa 300mila, influenzati anche da cinema, serie tv, libri, nei quali gli scacchi sono spesso protagonisti. L’interesse poi, stando agli esperti, per uno degli sport più antichi che si conoscano, è dato anche dalla continua evoluzione possibile, visto che in teoria non si finisce mai di studiare gli scacchi, di memorizzare le aperture, di imparare nuove tattiche di gioco, “sacrifici” e giocate estemporanee magari viste in qualche sfida dei “Grandi maestri” internazionali. Inoltre è un gioco che appassiona, diverte, crea socialità nei vari circoli e tornei amatoriali, e non ha costi di accesso proibitivi, considerando che una scacchiera costa pochi euro, e una tessera di iscrizione annuale in alcuni circoli è proposta ad appena 30 euro annui.

I Grandi maestri internazionali

Arrivare ai massimi livelli internazionali del gioco degli scacchi, cioè essere un “Grande maestro”, il più alto traguardo riconosciuto dalla Federazione internazionale, significa incassare ogni anno non meno di 50mila euro, grazie a sponsorizzazioni personali, lezioni private e di gruppo, tornei e contributi teorici al miglioramento del gioco, nonché a esibizioni pubbliche e pubblicità di prodotti per appassionati. Ma anche senza raggiungere punteggi fenomenali, in tanti vedono negli scacchi un secondo lavoro, essendo sempre di più le scuole con iscritti che vogliono imparare sin da giovani questo antico sport. Vi sono poi gli arbitri, gli istruttori di corsi di gruppo, e i tanti progetti nelle scuole dove si intercettano finanziamenti per fare lezioni e coinvolgere sempre più giovani. L’indotto è poi costituito anche da prodotti sempre più pregiati, scacchiere, manualistica, riviste di settore e siti dove è possibile sia giocare che confrontarsi con altri appassionati. Di recente, a riprova di quanto interesse vi sia intorno a questo mondo, la miniserie televisiva ‘La regina degli scacchi’ ha raggiunto la cifra record di 62 milioni di spettatori su Netflix, facendo raddoppiare il numero di ordini per l’azienda spagnola Rechapados Ferrer, produttrice delle scacchiere per la miniserie, passati da 20mila a 40mila l'anno. 

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