Super Bowl, Trump vince prima dello show

Stanotte (0.30) a New Orleans l’evento sportivo più seguito del pianeta, col presidente in tribuna: Chiefs per il mito, Eagles da riscatto

di GIGI PAOLI
9 febbraio 2025
Patrick Mahomes, 29 anni, quarterback già leggendario dei Kansas City Chiefs, con il suo ricevitore Juju Smith-Schuster (28)

Patrick Mahomes, 29 anni, quarterback già leggendario dei Kansas City Chiefs, con il suo ricevitore Juju Smith-Schuster (28)

NEW ORLEANSGià quando atterri qui, si capisce che il posto è un po’ strano. Siamo al Louis Armstrong Airport. Che è come se l’aeroporto di Bologna si chiamasse Lucio Dalla Airport, e forse sarebbe anche giusto con buona pace di Guglielmo Marconi. Insomma, ti trovi qua e ricordi la frase di Bukowski: "Quando arrivai a New Orleans mi assicurai di non alloggiare in un casino, anche se tutta la città ci assomigliava". Appunto. E in effetti è un bel casino (seppur organizzato da manuale) la giostra del Super Bowl, la finale del campionato Usa di football, che per un giorno paralizza l’America. Di fronte, la dinastia dei Kansas City Chiefs e del leggendario quarterback Patrick Mahomes (cinque finali in sei anni, bicampioni in carica e in cerca di un tris mai riuscito a nessuno) e i Philadelphia Eagles nella rivincita del Super Bowl di due anni fa, quando i Chiefs s’imposero di un soffio 38-35.

’The Crescent City’ (a causa della sua forma a mezzaluna che abbraccia il Mississippi) o ’The Big Easy’ (per la storica rivalità con New York, a sottolinearne l’atmosfera più rilassata) o ancora semplicemente NOLA (acronomio di New Orleans-Louisiana) è però una città ferita dalla storia e dalla cronaca: dall’uragano Katrina che la devastò nel 2005 all’attentato di pochi giorni fa nel Quartiere Francese, dove un automobilista folle entrò sparando su Bourbon Street e uccise 14 persone. E stride il colorato memoriale di candele, croci, fiori e peluche mentre la grande parata di carri, bande e cheerleaders accende un solitamente sonnacchioso sabato mattina, a pochi giorni dall’inizio del Carnevale e a 24 ore dall’evento dell’anno.

"Due grandi quarterback, un running back incredibile e il miglior tight end assoluto nel football. Un coaching incredibile! Sarà una grande partita": se vi sembra, e lo è, un’analisi semplice e impeccabile della partita di stanotte (diretta Italia1 e Dazn dalle 0.30) sappiate che arriva direttamente da Donald Trump. Che sarà il primo presidente Usa ad assistere al Super Bowl personalmente di persona, come direbbe Montalbano. E ti credo. Un’audience tv di 125 milioni di persone è inarrivabile, e poco gli importa se avrà inquadrature ad alto tasso di fischi perché NOLA ha votato all’82% per Kamala Harris. Trump ha peraltro un rapporto ondivago col football: mai i proprietari delle altre squadre Nfl gli hanno concesso la possibilità di averne una, tanto che negli anni ’80 lui creò dal nulla una lega rivale della Nfl stessa, la Usfl, si costruì la sua squadra, i New Jersey Generals, comprò il miglior runningback sul mercato e fallì tre anni dopo. Trump sarà seduto a pochi metri dalla signora Biden, ex first lady, originaria di Philadelphia, e da Taylor Swift, la cantante antitrumpiana e fidanzata con un giocatore simbolo dei Chiefs, Trevor Kelce. Reazioni alla presenza di Trump? "Un onore" per i Chiefs; "può fare quel che vuole", ha sorriso Jalen Hurts, quarterback degli Eagles, che quando vinsero nel 2018 rifiutarono di andare da lui alla Casa Bianca. Facile capire, perciò, per chi farà il tifo Donald. Insomma, uno show nello show. Come lo spettacolo dell’intervallo – dove i cantanti non sono pagati dato l’enorme ritorno d’immagine – con Kendrick Lamar.

Le note di colore – ché il Super Bowl è anche questo – parlano di spot tv pagati 8 milioni di dollari (imperdibile sarà il remake della scena di ’Harry, ti presento Sally’ con Meg Ryan a fingere l’orgasmo davanti a Billy Crystal nel solito locale del film), di biglietti per lo stadio che partono da 4mila dollari, di un vortice di scommesse vicino ai 200 milioni (i bookmaker danno le squadre sostanzialmente alla pari, ma qui si gioca anche su quante inquadrature avrà Taylor Swift).

Ci sarebbe, ci sarà, anche una partita, e di sicuro sarà bellissima e incerta. Perché il football è una questione di centimetri. Di sudore e lacrime. Ma, qui e ora, stanotte, anche di dollari.

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