Super Bowl, volo Eagles. Chiefs travolti, Philadelphia ferma la dinastia. Trump esce all’intervallo, incubo Taylor Swift
C’è un prima e c’è un dopo. Anzi, due prima e due dopo. I prima. I bookmaker, che di solito qui...

C’è un prima e c’è un dopo. Anzi, due prima e due dopo. I prima. I bookmaker, che di solito qui...
C’è un prima e c’è un dopo. Anzi, due prima e due dopo.
I prima. I bookmaker, che di solito qui ci prendono, danno la proiezione di un solo punto di vantaggio per i Kansas City Chiefs contro i Philadelphia Eagles, il divario più ridotto fra tutti i 59 Super Bowl giocati. E poi, prima, c’è Donald Trump. Che nell’intervista prepartita con la rete Fox, prima di presentarsi allo stadio (cosa mai fatta da nessun inquilino della Casa Bianca fino a ora, e verrà applaudito), fa un deciso endorsement: "Quando un quarterback vince tanto quanto ha vinto Mahomes, io devo andare con Kansas City. Lui sa come vincere".
Poi ci sono i dopo, introdotti dagli sguardi allucinati dei tifosi dei Chiefs al Superdome e dalle lacrime, anche durante la partita, di gente alta due metri, pesante 150 chili e più simile ad armadi a 4 ante che a esseri umani. Perché la presunta partita più equilibrata della storia del Super Bowl finisce tanto a poco, 40-22 per Philadelphia, Non solo. A 2 minuti dalla fine del terzo quarto, quando ne mancano ancora 17 da giocare, un’eternità nel football, il punteggio è una sentenza: 34-0 per gli Eagles, e sogno di threepeat dei Chiefs già sotterrato.
E Trump? Se ne va a fine primo tempo, quando si è ’solo’ 24-0, e dopo aver visto lo show di Kendrick Lamar nell’intervallo, introdotto da Samuel L. Jackson vestito da Zio Sam, con Serena Williams fra le ballerine e un’esibizione hip-hop in cui tutto lo stadio applaude anche la sua canzone più famosa, Not Like Us, in cui prende a pesantissime sberle sonore il suo rivale Drake. Ma il vero, e scaramantico, ’bacio della morte’ Trump lo serve al povero Mahomes, che gioca la partita peggiore della carriera.
Bastino solo due numeri a spiegarla: viene placcato e maltrattato sei volte dai difensori di Philadelphia (record) e dopo 298 lanci perfetti consecutivi (sì, avete letto bene, 298) infila due intercetti di fila che abbattono definitivamente i sogni di Kansas City. Ah, il povero Mahomes fa anche un fumble (una palla persa) e la tv lo inquadrerà in panchina più volte mentre prende a morsi il suo paradenti e Philadelphia prende a morsi la sua squadra. Un altro dato impressionante? Alla fine del primo tempo, i Chiefs subiscono più punti, 24, di quante yard totali abbiano percorso in attacco, 23. Una roba mai vista, tanto più che la difesa di Kansas City riesce sì a limitare il temutissimo Saquon Barkley, il runner di Philadelphia, miglior giocatore offensivo dell’anno, ma sbraca su tutto il resto, tant’è che il qb di Philly, Jalen Hurts, sarà l’Mvp della partita solo perché non si può dare il premio a una difesa intera e al suo allenatore-stratega Vic Fangio, che brutalizzano i Chiefs per tutta la partita su ogni lato del campo.
’Super Birds’ ha titolato il Philadelphia Inquirer, il più diffuso quotidiano della città. A Kansas City resta negli occhi lo sguardo affranto di Xavier Worthy, giovane ricevitore dei Chiefs: "Ehi man, we just couldn’t figure it out". Ehi, semplicemente non ci abbiamo capito nulla.
Triste, solitario y final. Come Taylor Swift, la super cantante fidanzata del giocatore dei Chiefs, Trevor Kelce, che viene inquadrata due volte dalla tv, finisce sul grande schermo dello stadio e viene accolta da enormi bordate di fischi. Dal suo labiale se ne percepisce lo stupore: "Che sta succedendo?" sussurra. E’ l’unica soddisfazione del Super Bowl targato Trump, che infatti su X scriverà: "L’unica che ha avuto una serata più dura dei Chiefs è stata Taylor Swift".
Ma che notte, questa notte, a New Orleans. E a Philadelphia.
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