Tamberi, salto nel futuro: "Anche per i tifosi"

’Gimbo’ spiega la decisione di continuare fino a Los Angeles 2028. "Tenterò un’impresa mai riuscita a nessuno, ma devo stare bene"

di MATTIA TODISCO
13 febbraio 2025
’Gimbo’ spiega la decisione di continuare fino a Los Angeles 2028. "Tenterò un’impresa mai riuscita a nessuno, ma devo stare bene"

’Gimbo’ spiega la decisione di continuare fino a Los Angeles 2028. "Tenterò un’impresa mai riuscita a nessuno, ma devo stare bene"

dall’inviatoIl salto, più che in alto, è in lungo. Sarà un’altra rincorsa, prima dello stacco all’alba di Los Angeles 2028, quando Gianmarco Tamberi rivestirà d’azzurro e si prenderà sulle spalle la responsabilità di vincere. Un obbligo che il campione si è dato da sé, a Parigi, non riuscendo a bissare l’oro di Tokyo 2020 per quelle che a tutt’oggi “Gimbo“ chiama "cose che non si possono controllare, in un momento nel quale stavo benissimo, come dimostrano i risultati".

La scelta che invece poteva fare era: fermarsi o andare avanti. Ha preso la seconda strada e in un evento organizzato a Sanremo da Bmw (che ha deciso di farne un testimonial per una campagna pubblicitaria) ha spiegato le ragioni che lo hanno spinto. "Sono stati mesi diffiicli, non avevo il coraggio di pensare di rimettermi in gioco e sacrificare così tanto per un obiettivo così grande come le prossime Olimpiadi – dice –. Quando si prende una botta così si perde fiducia. Avevo paura di riprovarci e fino ai primi di gennaio ogni giorno cambiavo idea. Poi mi sono reso conto che era una decisione di famiglia, non solo personale. Mia moglie Chiara non mi ha mai spinto verso qualcosa, ma quando dicevo che volevo andare avanti le vedevo negli occhi un’altra luce. Sa quanto sia importante per me e per noi non chiudere come a Parigi. La gente stessa mi fermava chiedendo di rimettermi in gioco".

La sfida sarà anche anagrafica. A 32 anni ci sono acciacchi da mettere in conto, parte dei quali si sono già presentati e sono stati affrontati sapendo, nell’imminenza dei Giochi, che non si poteva ricorrere a soluzioni che mettessero a rischio la presenza in Francia. "Quando tornerò in pedana? Ho sempre detto che Parigi sarebbe stata l’ultima gara e quindi quando gareggiavo con gli antidolorifici non ho mai pensato a una cura conservativa – risponde Tamberi –. Ho spinto il corpo al limite. Adesso, se devo andare avanti quattro anni, la priorità è risolvere i problemi fisici. Ci sto lavorando già da prima che decidessi di andare avanti, perché volevo dire a me stesso che nel caso non avrei perso tempo. Quest’estate ai Mondiali di Tokyo vorrò gareggiare, non posso fare un anno sabbatico, ma la priorità è recuperare". Una volta sotto data, poi, l’avvicinamento potrebbe essere diverso rispetto alla scorsa estate. "Probabilmente per Parigi sarebbe bastato un pochino meno. Ma quel pochino in più, quella maniacalità per rendere al massimo è dovuta a un rispetto totale dell’evento e degli avversari. Io non ritengo che a Parigi sia andata così per averci messo troppo, ma avrei potuto viverla e digerirla meglio".

“Gimbo“, fattore che ha pesato, è conscio che gli ultimi anni ne confermano la possibilità di performare ancora ai più alti livelli. "Dubito che Barshim arrivi a Los Angeles, ma chissà – dice ad esempio Tamberi –. Certo che se quest’anno fossi arrivato ottavo e con davanti gente che salta 2,50 sarebbe stato più difficile pensare di andare avanti quattro anni per raggiungere un obiettivo quasi impossibile. Vedere le mie ultime due stagioni mi ha fatto propendere per provare a raggiungere il 2028. Poi, in quattro anni, possono cambiare tante cose. La mia incognita più grande è su me stesso, più che sugli altri. Avrò quattro anni in più. Mai nessun saltatore ha vinto due Olimpiadi, nessuno l’ha vinta a 36 anni. Sono cose che mi stimolano, pensare di fare qualcosa di mai fatto. Accontentarmi di una medaglia? Oggi dico di no, ma è troppo presto per dire che obiettivo posso raggiungere".

Non è escluso che possa mantenere il ruolo di capitano della squadra di atletica leggera ("Nessuno mi ha chiamato per dirmi il contrario"), mentre certamente passerà quello di portabandiera e sarebbe ben felice di essere “sostituito“ da un amico. "Ho sentito Gregorio Paltrinieri perché mi ha scritto un messaggio dopo l’annuncio di martedì sera – racconta ancora Tamberi –. Non so ancora se ha fatto la scelta al 100% riguardo alla sua partecipazione, ma è l’uomo che più di tutti merita di portare quella bandiera per onorare una carriera fenomenale, a cui mi sono ispirato tantissime volte per l’atleta e la persona che è".

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