Violenza, scommesse e razzismo. L’Europa del calcio unita dai guai
La Serie A ha problemi, ma non va meglio in Premier League, in Francia, in Spagna o nella Bundesliga
L’operazione è sempre scivolosa, ma vien voglia davvero di dire che lo sport, in questo caso il calcio, rispecchia fedelmente i problemi della società. Perché è vero che in Italia non siamo messi benissimo, tra plusvalenze, tasse e giocatori non pagati, doping e scommesse. Ma poi allarghi lo sguardo all’Europa e ti dici: sai che forse non siamo quelli messi peggio, alla fine?
Di sicuro siamo in buona compagnia. In Premier League, per esempio, modello di riferimento per lo spettacolo in campo e il business fuori, in materia di scommesse e di scandali non hanno molto da imparare: Ivan Toney, attaccante del Brentford, è stato prima sospeso per 232 violazioni delle norme che regolano le scommesse, poi condannato a 8 mesi. Affetto da una ludopatia acclarata, Toney ha ammesso di aver puntato anche su partite della sua squadra. In Premier League peraltro ci sono due patron di squadre che gestendo scommesse hanno creato la loro fortuna, in modo perfettamente legale, sia chiaro: Tony Bloom, pokerista professionista, è il proprietario del Brighton, Matthew Benham del Brentford. E il torneo ciclicamente è interessato da scandali a sfondo sessuale: l’ultimo riguarda un party con calciatori famosi e modelle che avrebbero firmato accordi scritti per lasciarsi imbavagliare durante i festini, non solo metaforicamente. L’ex del City Benjamin Mendy è stato assolto da quasi tutte le imputazioni di stupro (nove), mentre il brasiliano dello United Antony è finito fuori rosa nella Seleçao e a Manchester, per difendersi dalle accuse di violenza.
In Francia, le pietre che hanno colpito Fabio Grosso domenica sera sono solo l’ultimo esempio di una serie di episodi violenti che negli ultimi anni hanno riguardato diverse partite dell’Olympique Marsiglia, ma anche di Nizza, Montpellier e Lens, con lanci di bottigliette e invasione di campo da parte di tifosi per colpire giocatori.
In Spagna hanno un panorama di scandali molto più vario. Si va dal bacio galeotto dell’ex presidente della federazione Rubiales ai ripetuti casi di razzismo, in particolare ai danni di Vinicius Jr del Real Madrid, fino al processo che riguarda l’ex capo degli arbitri Negreira, al quale il Barcellona ha versato soldi per consulenze al vaglio degli inquirenti.
E la Bundesliga? Sta un po’ meglio, ma insomma. Il presidente dell’Eintracht Francoforte Peter Fischer è stato indagato per possesso e uso di cocaina, ma quella era una vicenda familiare. Secondo uno scandalo scoppiato in Camerun, il giocatore del Borussia Dortmund Youssoufa Moukoko sarebbe quattro anni più vecchio dell’età dichiarata, mentre l’anno scorso il centrocampista dello Stoccarda Atakan Karazor è stato arrestato a Ibiza con l’accusa di violenza sessuale (da lui sempre negata).
Dopo di che, trattandosi spesso di reati anche penali, non è che si diventa onesti se tutti sono colpevoli. Però non sono certo gli altri cugini europei a poterci fare la predica...
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