Aradori, cuore biancoblù "Fortitudo scelta di vita Caja ci dà grande carica"

Alla quinta stagione con l’Aquila, ha ritrovato il coach: "Felice del suo arrivo". Esperienza e voglia di vincere: "Il nostro obiettivo? La società vuole i playoff".

di FILIPPO MAZZONI -
27 agosto 2023
Aradori, cuore biancoblù  "Fortitudo scelta di vita  Caja ci dà grande carica"
Aradori, cuore biancoblù "Fortitudo scelta di vita Caja ci dà grande carica"

di Filippo Mazzoni

Trentacinque anni il prossimo 9 dicembre, quinto anno con la canotta biancoblù. Pietro Aradori è sicuramente uno degli elementi cardine della nuova Fortitudo di Attilio Caja e di Stefano Tedeschi. Punti, esperienza e voglia di vincere e di riportare la Effe sui palcoscenici che società e tifosi meritano, fanno di “Doggy” Aradori forse l’elemento decisivo nella stagione che attende i biancoblu.

Aradori, quali solo le sue prime sensazioni di questa stagione?

"Vedo un gruppo costruito a immagine e somiglianza del proprio coach che, allenamento dopo allenamento, si sta plasmando".

Tanto lavoro in questi primi giorni di preparazione.

"Stiamo facendo esercizi e ripetizioni per far comprendere alla squadra come intende il basket coach Caja, lavorando molto e ovviamente senza tralasciare la parte atletica fondamentale in questo periodo della stagione".

Possiamo definire positivi i primi passi.

"La squadra è in gran parte nuova, serve tempo per conoscerci, affinare l’intesa e par capire quelli che sono i pensieri e il modo di giocare del coach".

Da qui forse l’idea di un precampionato con poche amichevoli e tanto lavoro in palestra.

"Dovremo sfruttare queste partite per conoscerci al meglio e poi per prendere spunto per tornare a lavorare in palestra".

Come ha visto il gruppo?

"Molto bene, i due americani sono nel pieno della loro carriera, ci sono giocatori di grande esperienza e giovani, che hanno fame e voglia. C’è grande entusiasmo ed emozione da parte di tutti di fare parte della Fortitudo".

Qualcuno in particolare l’ha stupita, per atteggiamento e rendimento?

"Finora abbiamo fatto soprattutto lavoro fisico e schemi, ma Ogden e Freeman hanno tutto per potere giocare anche al piano superiore e per fare la differenza".

Cosa vi ha chiesto la società?

"L’obiettivo sono i playoff: arrivare pronti e carichi e, a quel punto, giocarci poi tutte le nostre carte".

Coach Caja nei giorni scorsi ha detto che si aspetta molto da un giocatore delle sue qualità, lusingato o messo sotto pressione?

"La pressione l’ho sempre avuta nella mia carriera, però in modo positivo. Le parole del coach mi fanno molto piacere, sicuramente mi responsabilizzano, cercherò di ripagarlo più con i fatti che con le parole".

Cosa potrà dare quest’anno a Caja e alla squadra?

"Cercherò di mettere al servizio dei compagni tutte le mie caratteristiche con un anno in più di esperienza. Fisicamente sto molto bene, meglio di 3-4 anni fa, cercherò di dare una mano ai ragazzi più giovani; consigli e aiuti sul campo non mancheranno mai".

Lei è tra i pochi di questa Fortitudo che ha già avuto Caja, che allenatore ritrova dopo tanti anni?

"Sono passati 15 anni da quando a Milano ero un giovane alle prime armi, ma dopo tanto tempo ho ritrovato sempre lo stesso allenatore, carichissimo e sempre sul pezzo. Da allora le nostre strade si sono separate e ci siamo spesso incrociati da avversari. C’è sempre stata grande stima reciproca e fin da quando ho sentito le prime voci di un suo possibile arrivo sono stato ben felice".

Veniamo a lei: è il suo quinto anno con la Fortitudo.

"E’ vero, è la canotta che ho indossato di più nella mia carriera; in un mondo dove rimani 1-2 anni, la mia è una situazione straordinaria".

Straordinaria anche a livello emozionale; la Fortitudo vuol dire tanto per lei.

"Assolutamente si, del resto non avrei fatto questa scelta di vita, legandomi per così tanto tempo alla città, alla Fortitudo e sposando in pieno questi colori".

Se aggiungiamo le due stagioni in precedenza con la Virtus, sono sette anni che lei vive sotto le Due Torri; in un futuro, il più lontano possibile, quando deciderà di attaccare la canotta al chiodo potrebbe essere questa la città dove rimane a vivere?

"Bologna mi piace molto, ma adesso come adesso non saprei, vedremo con il tempo. Certo che Bologna è nel mio destino: nel mio primo anno da professionista, all’Andrea Costa Imola, studiai a Bologna".

Sono appena iniziati i Mondiali: ha avuto occasione di vedere gli azzurri?

"Sì ho visto la sfida con l’Angola. Oggi affrontano nel secondo match la Repubblica Domenicana. Venerdì abbiamo fatto un po’ di fatica all’inizio, ma alla fine è arrivata la vittoria meritata e tutt’altro che scontata specie in un esordio mondiale, dove hai tutto da perdere".

Torniamo infine alla Fortitudo, cosa si sente di chiedere e di promettere ai tifosi?

"Ai tifosi chiedo di starci vicino, di venire a palazzo a tifare, di fare tornare il PalaDozza quel fattore in più difficile da espugnare. Quel che posso promettere è impegno, voglia di mettere tutto quello che abbiamo sia in allenamento che in partita. Caja ha voluto tenere le porte aperte per fare vedere quel che facciamo e di come nessuno di noi si tiri indietro".

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