Fortitudo Bologna: Aradori brilla, ma serve un piano B contro Cantù
La Fortitudo di coach Caja cerca alternative offensive dopo la sconfitta contro Cantù, con Aradori unico protagonista.

La Fortitudo in contropiede contro Cantù: il match è finito 72-64 (. foto Donati
Con il solo Pietro Aradori a fare da boa in una serata dalle percentuali allarmanti per i suoi compagni, è evidente che alla Fortitudo di coach Attilio Caja serva qualcosa in più nella soirée di lunedì. Fermo restando l’auspicio di bissare la prova difensiva. "Nulla da togliere a Cantù – dice il tecnico pavese –, che ha fatto la sua partita, trovando diversi protagonisti offensivi a differenza nostra. Siamo riusciti a marcare bene alcuni giocatori, ma sono stati bravi a trovarne subito altri. Purtroppo però certe situazioni arbitrali, e mi riferisco alle fischiate contro Mian e Gabriel, sono state importanti: bisogna stare più attenti a quel che succede e non alle reazioni".
Un Aradori determinante nel primo tempo, con la sequela di triple che ha fatto sbandare i padroni di casa ed elettrizzato Bologna. Ma è mancato un piano B che garantisse continuità. "Cantù ha legittimato la vittoria, mentre noi non siamo riusciti a dare un’alternativa ad Aradori. Difensivamente buone cose, però a un certo punto Aradori, col quale voglio complimentarmi, era il 50 percento della squadra. Confidiamo che chi è mancato oggi possa dare un contributo lunedì. Panni e Cusin buone cose, in generale i ragazzi della panchina hanno permesso una buona pallacanestro. Ma nel complesso le percentuali di alcuni di noi sono state deficitarie"
La prova insufficiente degli esterni bolognesi: è da qui che la Effe dovrà costruire per provare a impattare la serie e arrivare al PalaDozza con ben altro spirito. "Basta guardare le percentuali sui nostri esterni e senza mettere la croce su nessuno, ma è stata una giornata no che ci ha fatto soffrire. La serie è ancora lunga, ci proviamo per giocare le nostre carte in casa davanti al nostro pubblico. Però è evidente che a livello offensivo dobbiamo crescere".
Giacomo Gelati
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