Fortitudo: Tedeschi e Caja guidano la rivoluzione tra squadra e società
La Fortitudo riparte da Tedeschi e Caja, con una ricapitalizzazione in vista e cambiamenti nel roster e tra gli stranieri.

Matteo Fantinelli, classe 1993, è cresciuto nella Fortitudo dove è rientrato, indossando anche i panni del capitano della squadra
Si riparte da Stefano Tedeschi, Attilio Caja, da un assetto societario che andrà man mano modificato e da una squadra che sarà quasi completamente cambiata. L’uscita di scena in gara-cinque dei quarti non può che portare riflessioni in casa Fortitudo.
Playoff. Uscire nei quarti, anche se con un’avversaria forte come Cantù non è quello che ci si aspettava ad agosto, quando in casa Fortitudo dopo la finale raggiunta con Trapani e dopo la rivoluzione estiva, via Caja spazio a Cagnardi. Nemmeno a settembre quando a Livorno, Matteo Fantinelli e compagni avevano iniziato la stagione alzando la Supercoppa, trofeo che sembrava di buon auspicio.
La stagione. Invece tra tanti, troppi infortuni – sfortuna e un’età media piuttosto avanzata –, si è conclusa un’annata non facile. La riforma del campionato che ha portato una serie A2 a 20 squadre ha alzato il livello delle contendenti. Tante, Fortitudo compresa, partivano per primeggiare, ma alla fine solo una, Udine, ha centrato la promozione diretta. In casa Fortitudo è stata una stagione ondivaga. Supercoppa a parte, negativa all’inizio, molto positiva al ritorno di Attilio Caja, ma poi finita di nuovo in affanno con la squadra priva di energia.
Futuro. I temi sul tavolo sono tanti, dall’aspetto squadra a quello societario. Sul fronte societario si gioca una partita importante, c’è una ricapitalizzazione da 1,8 milioni da completare entro il 31 maggio e in attesa che Davide Malaguti socio di maggioranza relativa col 33 per cento confermi la sua intenzione, c’è da iniziare a progettare il futuro. Il bene primario deve essere la Fortitudo, ma questo sembra essere chiaro nella mente dei soci che devono e vogliono dare continuità a quanto di buono è stato fatto in questi 2 anni. Il progetto presentato nell’estate 2023 da Stefano Tedeschi era di carattere triennale per la risalita in serie A. Dopo la finale della passata stagione, i quarti di quest’anno, lo scenario più logico è che a guidare la società sia ancora lo stesso Tedeschi, così come sul fronte panchina la scelta equilibrata e di continuità porta alla conferma di Caja. Senza fare processi è evidente che non tutto è andato come ci si aspettava, altrimenti staremmo parlando ancora di playoff e che novità, correzioni, cambiamenti sono alle porte.
La squadra. Parlando del gruppo rimane da capire la situazione di tanti elementi e di un organico che ha sotto contratto Matteo Fantinelli e Riccardo Bolpin punti fermi che per la loro qualità potrebbero per altro essere appetibili sul mercato da squadre di categoria superiore. Ripartendo da Fantinelli e Bolpin va analizzato il futuro di gran parte della rosa a cominciare da Pietro Aradori che ha più volte manifestato la volontà di restare a Bologna e da Gherardo Sabatini bolognese doc che quest’anno ha dovuto fare i conti con la lesione del legamento crociato anteriore e del collaterale laterale del ginocchio destro, che lo ha tenuto fuori per quasi tutta la stagione. Sono momenti di riflessione ma l’impressione è che si vada verso una rivoluzione dell’organico.
Stranieri. Di sicuro non ci saranno Kenny Gabriel e Deshawn Freeman. I due statunitensi hanno chiuso nel peggior modo possibile non solo per la prestazione in campo, ma anche per l’atteggiamento tenuto. Il mercato è in movimento anche perché per fare gli accordi con i tempi giusti i contatti si devono stringere adesso. Sul fronte stranieri, si parla in ogni caso di un’inversione di rotta nella scelta rispetto agli ultimi 2 anni, con un esterno e un lungo invece della coppia di lunghi.
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