Ricostruire un’anima Fortitudo. Ecco la prima vera sfida di Caja

La Effe e il coach hanno scelto una strada precisa di rinnovamento: i nuovi dovranno calarsi nella parte

di GIACOMO GELATI
22 giugno 2025
La Effe e il coach hanno scelto una strada precisa di rinnovamento: i nuovi dovranno calarsi nella parte

La Effe e il coach hanno scelto una strada precisa di rinnovamento: i nuovi dovranno calarsi nella parte

Fortitudo e un’anima da ricostruire: dopo gli addii di Riccardo Bolpin, Gherardo Sabatini e Pietro Aradori, la Effe è di nuovo davanti a un crocevia. Non uno qualunque: quello dell’identità, che per una squadra da rifare daccapo, e con ambizioni da primatista, è elemento vitale. Così, dopo una stagione sciagurata e conclusa con la delusione in chiave promozione, l’estate biancoblù si è aperta con tre partenze che, al di là di qualche nota polemica (e del contraddittorio, dato che sono stati scelti i social network dai giocatori uscenti) sembra un capitolo già chiuso e sul quale non montare polemiche.

Bolpin-Sabatini-Aradori, un trittico di anime diverse, ma tutte, a modo loro, simboliche di una squadra che ora deve rifondarsi. Non solo tecnicamente, ma anche spiritualmente. Certamente, specie se mettendo sul piatto della bilancia le ultime due stagioni, con questi addii i biancoblù perdono tanto, punti, assist (pur avendo Sabatini giocato poco e niente causa infortunio), solidità sul parquet. E allora, se davvero la stagione 2025/2026 deve essere quella del salto di categoria, serve ripartire da una domanda: chi sarà il nuovo cuore della Fortitudo? Il mercato sarà decisivo.

La società sa che non basteranno buoni giocatori, poiché servono personalità forti, capaci di reggere le pressioni uniche della piazza bolognese (il PalaDozza sa amare enormemente, ma anche bruciare chi non ne comprende il linguaggio) e di un coach esigente e diretto. Per questo il nuovo roster dovrà avere gente capace di parlare quella lingua fatta di lotta, orgoglio e sacrificio che hanno sempre caratterizzato lo spirito di fortitudinità tanto sbandierato nell’ultimo ventennio, anche a sproposito.

La guida tecnica di Attilio Caja resta un punto fermo, ma sarà chiamata a costruire non solo uno schema di gioco, ma un’anima nuova. E forse proprio questo sarà il primo, vero banco di prova della Fortitudo 2025: ritrovare se stessa prima ancora della Serie A. Con un gruppo pronto a diventare famiglia.

Accantonato il discorso identitario la Effe abbraccia i suoi nuovi arrivi Alvise Sarto, Gianluca Della Rosa e Lorenzo Benvenuti, in attesa di capire da chi sarà formato il resto del gruppo. Qualche voce dice Andrea Zerini (forse destinato ad Avellino), qualcun altro Luca Pollone (forse diretto a Rimini), ma c’è anche chi parla di Matteo Imbrò, il cui nome è già apparso molteplici volte negli ultimi anni, ma profilo che andrebbe a confliggere con l’asse di registi Fantinelli-Della Rosa.

Ad oggi mancano le guardie (una americana e una italiana di appoggio), un’ala piccola a supporto di Sarto, la coppia di ali grandi (anche qua USA più Italia) e un centro italiano a supporto di Benvenuti. Restano dunque tanti slot da coprire prima del primo raduno della Fortitudo, ma il pensiero che questa possa essere la stagione della promozione senza una forte componente caratteriale, che nell’ultimo campionato non si è mostrata, è tanto lontano dalla visione di Caja e soci. È da lì che passeranno gran parte delle gioie della squadra che scenderà in campo.

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