Stefano Tedeschi: "La Fortitudo è unica. Tifosi super, spero di riportarli presto in A"
Il nuovo presidente si racconta: "Mille difficoltà e tempi strettissimi per rilevare il club, ma l’entusiasmo è stato più forte di tutto". Testa bassa e zero illusioni: "C’è tanto da fare. Obiettivo? I playoff. Lavoriamo per tornare il prima possibile a giocare il derby"
Bologna, 23 settembre 2023 – L’aver superato la quota dei 4mila abbonati è la benedizione più importante che la nuova proprietà della Fortitudo ha ricevuto dal suo pubblico. "E’ stata una risposta entusiasmante – spiega il presidente Stefano Tedeschi durante la visita al nostro giornale –. Già dai primi incontri con i tifosi si percepivano segnali positivi. Tanti ribadivano e ripetevano la stessa cosa: ringraziavano e dicevano che sarebbero tornati al PalaDozza. Abbiamo un popolo di tifosi straordinario".

Presidente Tedeschi, questi numeri non meriterebbero subito la serie A?
"E’ un dato di fatto che questo non è il campionato che compete loro ed è sicuro che meritano di più. La Fortitudo è una realtà unica nel suo genere e chi non vive a Bologna e non respira la sua atmosfera non riesce a cogliere a pieno. Mi ricordo qualche anno fa, quando ero presidente del Crer della Fip, che vennero anche dall’estero a fare uno studio su tifo fortitudino, così fidelizzato. L’abbonamento è un atto di fede".
L’obiettivo serie A quindi?
"Senza mancare di rispetto a nessuno, abbiamo numeri che superano quelli della maggior parte dei club che militano nel massimo campionato italiano. Il percorso da fare lo conosciamo, dobbiamo crescere e far bene, ma sempre con i piedi per terra, non possiamo promettere o illudere, ci vuole cautela e attenzione nelle cose".
Quando rivedremo il derby?
"A Bologna non si può prescinde di parlare di basket e di derby. Vale per gli addetti ai lavori, la risonanza mediatica, ma anche per la gente e per gli appassionati: ricordo ancora il bello delle prese in giro, dei sorrisi e facce del lunedì che coinvolge tutti".
Da dirigente di grande esperienza cosa pensa di portare di innovativo in questa Fortitudo?
"Per innovare devi sapere bene cosa sei e dove vai; io entro in Fortitudo in punta di piedi con il dovuto rispetto per il passato e per chi ha lavorato prima di me, come Gianluca Muratori e Consorzio Innova. Credo sia importante sottolineare come l’impiantistica sia fondamentale. Noi abbiamo l’Academy dove vogliamo fare tanto lavoro di qualità per il presente e per il futuro, ma servono gli spazi. Attualmente con la prima squadra ci alleniamo tra Zola e Monteveglio, le difficoltà per gli spazi a Bologna sono tante. Il sindaco ha non solo un percorso come assessore, ma anche di famiglia sportivo, quello che chiedo è di far giocare i giovani e porre attenzione sulle problematica degli impianti, lo sport e il governo ha un valore enorme".
Come sono i rapporti con la Sg Fortitudo?
"E’ la casa madre, ci stiamo parlando, Umberto Arletti e Andrea Bianchini cercheranno di trovare le sinergie, del resto siamo realtà figlie della stessa madre e poi magari con la Salus c’è la possibilità di poter fare un progetto".
Parlando di impianti, cambierete sede e con la poi con la carenza di spazi palestra quanto dispiace vedere chiuso il Crb?
"Vedere il Crb chiuso fa piangere il cuore, è un impianto stupendo, mi auguro che trovino il sistema, deve rimanere un impianto importante per la città. Trovare spazi palestra a Bologna è impossibile".
Parliamo di campo le piace la squadra?
"Parto da Caja che ha dato la sua disponibilità quando ancora non avevamo firmato l’acquisizione della società, un allenatore così è quasi un lusso per la categoria, certo il rapporto di amicizia che ci lega ha giocato nel farlo venire a Bologna, ma ha creduto subito in quello che stavamo facendo. La squadra, siamo forse partiti con un certo ritardo nel farla, ma Caja e il general manager Nicolò Basciano, hanno fatto una squadra interessantissima. Ho seguito gli allenamenti e ho visto impegno della squadra, certo l’allenatore esigente ma tratta tutti allo stesso modo e il fatto di aprile le porte agli allenamenti fa vedere il suo modo di lavorare. La squadra ha cambiato impostazione, ci sono giocatori importanti come Aradori e Fantinelli ma anche tanti giovani che hanno formato un bel gruppo in campo e fuori; l’obiettivo imprescindibile è quello di fare i playoff".
A livello familiare per lei si chiude un cerchio da quel 1966 che vide il passaggio da Alcisa Sant’Agostino a Fortitudo.
"Come Alcisa il fratello gemello di mio suocero era un grande appassionato. Da li inizio il nuovo percorso della Effe, ovvio che c’è qualcosa che ci lega e ci unisce. Per l’Aquila fu un periodo entusiasmante dove chi andava in campo dimostrava il vero spirito Fortitudo, lo spirito di allora ma che deve essere lo stesso anche oggi".
In questa lunga estate che l’ha portata alla presidenza ha mai pensato ’ma chi me lo fa fare’?
"Me lo dicevo tutti i giorni. Ci siamo trovati di fronte a mille difficoltà e dover fare le cose in tempi rapidissimi e anche nella compagine sociale c’è stata qualche piccola difficoltà. Se pensi con raziocinio non lo faresti, ma tutto viene guidato da entusiasmo, mio e di coloro che come me hanno messo passione e volontà, riconosciuta che ci sono persone che chiedono di entrare e collaborare".
Una compagine societaria varia e con tanti soci.
"Volevamo partire con 10 soci al 10 per cento, poi un po’ cambiata, ma ci sono persone importanti che nel proprio ambito di competenza portano esperienza e qualità. L’esempio di Treviso, dove ci sono decine di soci è da imitare per dare possibilità di crescere. Gentilini? Sia il padre Maurizio che Matteo hanno grande passione non sono solo il nostro main sponsor e è una parte attiva e importante della società".
Ha citato lo spirito Fortitudo, quel’è il giocatore, che oltre a Schull, glielo ricorda?
"Dopo Schull direi Alibegovic con cui ho anche un legame personale, ma ce ne sono stati tanti altri George Bucci giocatore intelligente e nel basket ci vuole gente intelligente. Parlando di persone intelligenti, uno come Teodosic secondo me è un giocatore straordinario, non hanno colore, hanno un dono che quando lo vedi giocare dici questa è la pallacanestro. Tornando a noi adoravo Djordjevic altro giocatore dalla grande visione di gioco, Carlton Myers, Gianluca Basile, ma anche tanti altri, sarebbe lunga citarli tutti, lo spirito è proprio nell’atmosfera che si crea al PalaDozza".
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