Galanda, futuro e passato. "Virtus, fidati di Pajola. Fortitudo, ti aspetto in A»

L’ex capitano azzurro: "I problemi dell’Italia? Remiamo tutti dalla stessa parte. Divertente il siparietto Danilovic-Wilkins. Ma Nique diceva di non averlo sfiorato". .

di ALESSANDRO GALLO
14 luglio 2024

"Virtus, fidati di Pajola. Fortitudo, ti aspetto in A"

Giacomo Galanda è uno degli eroi di Atene 2004. Ha vinto tre scudetti con Varese, Fortitudo e Siena (sempre con Charly Recalcati in panchina) e in questi giorni è impegnato con il suo camp. Il futuro del basket italiano? Gek non è poi così pessimista.

Galanda, niente Olimpiadi.

"Ma non è mai facile ottenere il pass. Il basket, il nostro basket, in questo momento deve fare i conti con altri sport che vanno a mille, come l’atletica e il tennis".

E il confronto diventa impietoso.

"Appunto".

Ma il futuro?

"Il futuro c’è, basta volerlo".

Ricetta per la ripresa?

"Non ho ricette, né tantomeno la bacchetta magica. Non risolvo problemi a comando. Però credo si debba ripartire e andare tutti dalla stessa parte. Con progetti a lungo termine, partendo dalle basi".

Abbiamo un argento ai mondiali under 17.

"Appunto. Non siamo la Spagna. Ma guardiamo anche altri paesi. Alla programmazione e ai risultati che stanno ottenendo".

Per esempio?

"Mi vengono in mente la Spagna. La Germania o la stessa Lettonia. Un paese di 3 milioni di persone che ha conquistato il quinto posto ai mondiali. E ripartiamo dai fondamentali. Allarghiamo la base. Perché…".

Dica.

"Al preolimpico non avevano Fontecchio. Simone è forte, cosa potevamo fare? Allargando la base avremmo avuto più scelte. Ma è il mio è un discorso globale. Tutti devono andare dalla stessa parte, giocatori, allenatori, dirigenti, arbitri. Non dico che le mie idee siano vincenti, perché ce ne possono essere delle migliori. Ma andare tutti dalla stessa parte è fondamentale".

Ha parlato di arbitri. Visto il colloquio a distanza tra Wilkins e Danilovic?

"Sì, grande operazione di marketing".

Lei era sulla panchina Fortitudo. Che idea si è fatto?

"Ripeto, un ottimo lavoro per promuovere la pallacanestro. Però mi è parsa una cosa costruita. E non solo perché Wilkins ha sempre affermato il contrario. Si è smentito da solo. Anche se nulla toglie alla prodezza di Danilovic. Non era facile realizzare quel canestro. E poi…".

Poi?

"Il video ha fatto parlare di pallacanestro e questo è un bene. I due si presentano come due vecchi amici…".

Non è così?

"Beh, se fossero grandi amici avrebbero saputo prima quanti figli aveva l’uno e quanti l’altro. Diciamo che si stimano e si sono incontrati di nuovo".

Diamo un’occhiata alla Virtus?

"Non seguo molto il mercato, non mi appassiona. Devo dire, però, che da cestista, la rinuncia al campionato della squadra femminile mi è sembrata una caduta di stile. Ho detto che bisogna programmare, farlo a lungo termine. Vale per tutto".

Futuro Virtus?

"Intanto vorrei dire che, con Banchi appena rientrato dal mondiale e la squadra a pieno regime, ha offerto la migliore pallacanestro che io abbia visto. Poi ci sono tanti giocatori che mi piacciono".

Per esempio?

"Pajola che dà equilibrio e intensità. Poi Abass. E Belinelli davvero sorprendente, un grande campione. Forse servirebbe una bocca da fuoco in più per tutelarlo".

La Fortitudo?

"Caja ha fatto un ottimo lavoro, ma ora si è chiuso un capitolo. Bisogna guardare avanti".

La società?

"Stefano Tedeschi e i suoi soci hanno operato nel migliore dei modi. Penso a Umberto Arletti e a Teo Alibegovic. E a tutti i soci: hanno dato solidità. E hanno assemblato un gruppo che è arrivato a un passo dalla serie A. Trapani è salita con merito, ma la Fortitudo è davvero arrivata vicina all’obiettivo che non era stato preso in considerazione".

Quando la Fortitudo in serie A?

"Spero presto, la sua collocazione è quella".

La Fortitudo ha perso nei giorni scorsi Abele Ferrarini.

"Mi sono sentito anche con Basile. Per lui il Professore era un’istituzione. Io l’ho sempre sentito vicino e non solo perché era di Piumazzo e mia moglie di Vignola. Quando parlo di Abele, anche adesso, mi commuovo. Mi passano davanti mille immagini, mille ricordi. Fortitudo e Nazionale. Abele c’era sempre. Per me e per tutti".

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