La festa Baioni: "Sono stati momenti di estasi"
Il vice allenatore: "La maglia roteata per esultanza? Non volevo provocare i bolognesi. Incredibili i tifosi al palas e a Pesaro"

Il pubblico di Pesaro presente al PalaDozza che, come ha ricordato Baioni, «non ha mai smesso di incitarci»
Un finale di gara, ed anche un dopo partita, da spaccacuore. Quello che è successo domenica sera a Bologna, quando Pietro Aradori ha sbagliato l’ultimo tiro e il Paladozza si è ammutolito mentre esplodeva la curva dei pesaresi, lo racconta il vice della Vuelle Giacomo Baioni. E le emozioni sono ancora forti a distanza di 24 ore. "Veder saltare dietro la nostra panchina il presidente Valli e gli altri dirigenti, quasi impazziti per la gioia, è stato veramente fantastico. Così come lo è stato correre per mano con i giocatori verso i nostri tifosi per ringraziarli dell’incessante sostegno ricevuto. Erano 300 contro un intero palazzo, ma anche loro hanno retto ad armi pari il loro confronto, ci hanno dato una spinta incredibile". In quel frangente ‘Baio’ ha roteato la felpa in aria mentre il parterre di casa inveiva, se n’è accorto? "Sinceramente no, ero troppo felice pensando a dove siamo arrivati partendo dal 19esimo posto: in un momento del genere, dopo una risalita così imperiosa, era giusto celebrare coi tifosi che ci avevano seguito da Pesaro; non c’era alcun intento di provocare i bolognesi, è stato un gesto spontaneo".
Sul pullman verso casa il ritorno è stato vissuto all’insegna dell’entusiasmo: pizza per tutti e accoglienza trionfale, da parte dei tifosi rimasti a casa, al parcheggio del Mc Donald’s nei pressi del Palas: "Una delle cose belle è stato vedere il coinvolgimento degli americani, che avevano capito perfettamente lo spirito di questa sfida. Oltre all’aspetto mentale, in campo Ahmad ha saputo reggere la pressione che la difesa della Fortitudo ha messo su di lui, mentre King è stato chirurgico. E sono molto contento per Zanotti, che prima di questa partita aveva fatto un’analisi onesta e consapevole a proposito delle sue qualità che gli ha permesso di fare un passo avanti importante". Non può mancare un pensiero per coach Leka: "Spiro si sta dimostrando la persona giusta per il nostro ambiente, ha saputo coinvolgere tutti creando uno spirito di unione che ci fa stare bene. L’idea del saluto ai tifosi tenendoci per mano è nata in maniera molto genuina dopo aver battuto Cividale, a Bologna non c’è stato bisogno di invitare i giocatori a farlo, ormai è un gesto che sentiamo nostro". Curiosità, quel 71-70 era già scolpito nella memoria dei pesaresi: è il risultato del mitico spareggio di Milano del 1980, quello dei 77 pullman. Che coincidenza meravigliosa.
Elisabetta Ferri
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