LeBron e Popovich: la classe non ha età. James a 39mila punti, il coach stoppa i fischi

Il campione dei Lakers a quasi 39 anni sta vivendo una seconda giovinezza, il tecnico degli Spurs zittisce i suoi tifosi contro Leonard

di ANGELO COSTA
24 novembre 2023

LeBron e Popovich: la classe non ha età. James a 39mila punti, il coach stoppa i fischi

Grandi vecchi, grandi lezioni. In Nba arrivano dai due che la frequentano da più tempo di tutti: il giocatore più longevo, LeBron James, 39 anni a giorni e alla ventunesima stagione fra i pro del basket Usa, e il tecnico di maggior corso, Gregg Popovich, prossimo ai 75 anni e da mezzo secolo in panchina. Due leggende, insomma.

Di LeBron non c’è più da stupirsi: alla sua bella età, la stella dei Los Angeles Lakers non solo continua a battere record, ma ha il rendimento di un ventenne. Nella stagione dei baby fenomeni Wembanyama e Holmgren, che insieme fanno i suoi anni, il Prescelto viaggia a oltre 25 punti a partita, con la media più alta di tutti in carriera e nella sua fascia di anzianità, e con percentuali al tiro da due e da tre punti mai toccate nelle stagioni precedenti.

Con questo passo, l’highlander di Akron ha intanto ritoccato uno dei record che già deteneva, quello di miglior realizzatore di tutti i tempi, abbattendo un muro storico: un paio di notti fa, contro Utah, gli è bastata una tripla dopo cinque minuti di gara per superare quota 39 mila. "Raggiungere per primo un traguardo del genere è figo, nella storia di questa lega sono passati tanti ottimi giocatori. Il coach di Utah è più giovane di me? Allora sto invecchiando veramente", le parole di LeBron, il cui peso nel gioco dei Lakers è spiegato da un paio di altre cifre: con lui in campo, la squadra segna sette punti in più degli avversari, senza di lui ne subisce diciotto.

Se LeBron dà un incredibile esempio di durata, Gregg Popovich regala un invidiabile esempio di stile. Nel finale del secondo quarto della partita contro l’altra Los Angeles, di fronte ai fischi dei suoi tifosi all’ex Kawhi Leonard, che cinque anni fa scelse di cambiare squadra, il coach di San Antonio ha preso il microfono dello speaker per fermare la contestazione. "Scusatemi un secondo: possiamo smettere di fischiare e lasciar giocare questi ragazzi? Abbiate un po’ di classe, noi non siamo questi", ha detto un arrabbiatissimo Pop, il tecnico più vincente della storia Nba dall’alto dei suoi cinque titoli e di oltre 1.300 successi in duemila partite dirette.

Gesto che assomiglia molto a quello di Luca Banchi, coach della Virtus, che un paio di settimane fa scelse di entrare in campo assieme al collega Ettore Messina, coach di Milano e grande ex della gara, oltre che ex assistente proprio di Popovich in Nba, per evitargli gli ingrati fischi della sua ex tifoseria. "Niente di straordinario: se non conoscessi la storia di questo club non potrei proiettarlo nel futuro, quindi ho rispetto assoluto della storia. Entrare in campo al suo fianco è un onore", le parole del tecnico toscano. E anche questa, per quanto celebrata meno di quanto meritasse, resta una gran bella lezione.

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