Leka dopo il trionfo a Bologna. "Vuelle, brindare a champagne?. No, voglio... Cento di queste partite»

Coach Spiro Leka, si sente ancora l’odore dello champagne... "Ma stai buono. Qui non si fa nemmeno in tempo a godere...

di MAURIZIO GENNARI
18 febbraio 2025
L’applauso finale di Spiro Leka e dei giocatori rivolti ai trecento pesaresi esultanti sugli spalti del PalaDozza, dopo l’impresa della Vuelle con la Fortitudo

L’applauso finale di Spiro Leka e dei giocatori rivolti ai trecento pesaresi esultanti sugli spalti del PalaDozza, dopo l’impresa della Vuelle con la Fortitudo

Coach Spiro Leka, si sente ancora l’odore dello champagne... "Ma stai buono. Qui non si fa nemmeno in tempo a godere di una vittoria come quella dell’altra sera a Bologna che il cervello già è tutto proiettato verso la partita di Cento".

Chi è il terzino che metterai sopra Delfino? "Adesso vediamo perché oltre a lui, io ho anche paura per i piccoli di Cento: sono quelli che ci creano delle difficoltà".

Comunque la difesa è migliorata. O no? "Sì, stiamo migliorando e per esempio a Bologna abbiamo fatto un bellissimo lavoro sopra Aradori. Diciamo che gli errori, quando arrivano, sono più per mancanza dei singoli".

E Ahmad? "Tra me e lui c’è un grande feeling, ci sentiamo anche molto spesso e guardiamo anche le partite di Eurolega. Gli do consigli e devo dire che ascolta molto e segue le indicazioni. Direi che rispetto ai primi tempi è completamente cambiato. A proposito, quel terzo tempo in schiacciata in mezzo al traffico che ha ammutolito il palasport... Da quando non si vede un giocatore che viaggia costantemente sopra i 20 punti a partita.

Parlando di terzini... Parrillo come è messo? "Stiamo aspettando ma ancora i tempi non sono certi".

E sempre restando all’infermeria: De Laurentiis? "Ha accusato questo dolore al ginocchio, non era gonfio, ma ha detto che camminava male. Oggi (ieri, ndr) è stato sottoposto a visita medica per cui stiamo aspettando il responso per capire se a Cento sarà con noi e quindi se lo possiamo utilizzare".

I due americani dentro il Paladozza? "L’ambiente e la rivalità tra Pesaro e Bologna glieli avevo già descritti prima della partita, avevo detto che era una gara particolare. E quando sono arrivati davanti al palas vedendo tutti i bar pieni, le bandiere i fischietti e via dicendo hanno capito il clima e anche che tutto quello che avevo descritto era vero. Non solo...".

Sarebbe? "Qualche mio amico mi ha chiamato anche dagli Stati Uniti perché hanno visto la partita e sono rimasti colpiti dal pubblico, era strapieno il Paladozza, ed anche dall’intensità della gara. Penso che una partita come quella vinta a Bologna vale più di altre gare con città sconosciute magari di A1. Dico questo perché all’inizio molti storcevano la bocca pensando all’A2. Ed invece è un campionato pieno di piazze storiche ed è anche bello".

Il rammarico... "Che se il campionato fosse iniziato un po’ più tardi a questo punto saremmo primi in classifica perché abbiamo vinto 13 delle ultime 16 partite".

Ma la squadra regge fisicamente questi ritmi? "Questo è un problema che è sul tappeto perché i ritmi sono molto intensi. Ma il clima è molto buono".

Un miracolo rispetto all’inizio del campionato? "Quando mi hanno chiamato ero in America. Mi hanno anche chiesto se volevo cambiare qualcosa. Ho risposto che prima volevo vedere e parlare con loro per capire le problematiche. Alla fine siamo riusciti a fare gruppo e compattarci, la squadra è salita di livello partita dopo partita. E di questo sono contento perché inizialmente tra quello che diceva uno e l’altro i giocatori da cambiare erano 8. Adesso stiamo andando bene e tutto questo non è costato un solo centesimo alla dirigenza. Ma confesso le prime tre settimane le ho passate senza dormire per capire come uscire da quella situazione".

Un giocatore fra tutti che ti ha colpito per rendimento e magari non te lo aspettavi? "Se devo spendere una parola, la spendo per il più giovane e cioè per Maretto che sta offrendo un gran rendimento in campo. Inizialmente era un po’ esuberante, adesso sta invece in campo con maturità, non forza e difende molto bene. Stiamo parlando di un ragazzo di venti anni...".

Domani a Cento vediamo un duello sotto la bandiera argentina: Maretto che tiene Delfino? "Questo non lo dico".

Il fattore vincente nella partita di Bologna? "Sicuramente la capacità e la reazione della squadra dopo la partenza forte della Fortitudo. Una cosa non facile da fare fuori casa e in quel clima e questa secondo è stata la grande bravura della squadra. Una grande reazione".

Avevi i dirigenti dietro... "Alcuni consorziati facevano un tifo sfrenato e alla fine saltavano dalla gioia. Altri un po’ più inglesi...".

m.g.

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