Nba Finals, Jokic straripante: i Nuggets si prendono gara 1 battendo gli Heat 104-93

Grazie all'ennesima tripla doppia del pivot serbo, la franchigia del Colorado si impone al termine di un match comandato per tutti i 48' di gioco

di MATTEO AIROLDI
2 giugno 2023
Jokic in difesa su Martin

Jokic in difesa su Martin

Denver (Stati Uniti), 2 giugno 2023 – Con una grande prova di forza, i Denver Nuggets si prendono il primo atto delle NBA Finals 2023 sconfiggendo 104-93 i Miami Heat. La chiave del successo della franchigia del Colorado – avanti per tutto l’arco dei 48’ e capace di raggiungere anche le 24 lunghezze di vantaggio – è racchiusa nell’ennesima, sensazionale prestazione di Nikola Jokic, capace di inanellare la nona tripla doppia in questi playoff e di fare la differenza su entrambe le metà del campo: il totem serbo – già in doppia doppia a metà gara – ha ancora una volta dominato la scena, chiudendo con un bottino personale di 27 punti (8/12 dal campo e 10/12 in lunetta), 10 rimbalzi e ben 14 assist, gran parte dei quali finiti nelle mani di un Jamal Murray chirurgico al tiro (26 punti con 11/22 dal campo). A completare l’efficacissimo “supporting cast” di Jokic ci hanno pensato Aaron Gordon – partito fortissimo e arrivato a quota 16 punti – e Michael Porter Junior (14 punti e 12 rimbalzi catturati). Non è invece riuscito questa volta il colpo esterno iniziale ai Miami Heat, che pur costruendo buoni tiri alla fine hanno pagato percentuali deficitarie dalla lunga distanza (29.6% da tre). In una serata in cui Caleb Martin e Jimmy Butler hanno chiuso rispettivamente a quota 3 e 13 punti (6/14 al tiro per il 22 di Miami), non sono bastati i 26 punti di Bam Adebayo (per lui anche 13 rimbalzi), i 19 di Gabe Vincent e i 18 in uscita dalla panchina di Hayhwood Highsmith. Sul piano difensivo, invece, Miami non è riuscita a fare la differenza con quella difesa a zona che in questi playoff ha spesso pagato buoni dividendi e che invece stasera è stato spesso bucata dai tiratori di Denver.

La gara

Grazie a un Nikola Jokic in versione playmaker aggiunto dal post-alto (6 assist nel quarto d’apertura) e un Aaron Gordon nelle vesti di finalizzatore (12 punti nei primi 12’), i Nuggets già nelle battute iniziali di gara riescono con discreti risultati a scardinare il fortino difensivo di Miami (14-9). Per resistere al primo montante assestato da Denver, partita con un 12/19 al tiro, gli Heat si aggrappano ai muscoli di Adebayo e all’estro di Butler, ma al suono della prima sirena si trovano comunque a fare i conti con un ritardo di nove lunghezze da colmare e un insufficiente 35% al tiro (29-20). Quando Jokic scende in panchina a rifiatare – all’alba della seconda frazione – Miami decide di giocarsi la carta della zona che tanto ha fatto male ai Celtics, ma che in questo caso porta almeno inizialmente a risultati ben diversi: i Nuggets riescono infatti a punirla immediatamente con due triple di Murray e Porter, le quali allargano la forbice del divario fino al +12 (39-27). Con il passare dei minuti, però, le scelte di Spoelstra iniziano a pagare qualche dividendo positivo e gli Heat rosicchiano punti preziosi al vantaggio di Denver, rientrando addirittura a -6 (43-37). Un trend nuovamente invertito dal ritorno in campo di Jokic, che riprende da dove aveva finito: dal dominio nel pitturato e dalla distribuzione di assist al bacio per i compagni (già 10 punti e 10 assist per lui a metà gara), bravi a loro volta ad approfittarne e a spingere i Nuggets al nuovo massimo vantaggio sul +17 di fine primo tempo (59-42). In uscita dagli spogliatoi arriva una timida reazione degli ospiti, che puntano sul pick and roll e piazzano un 7-0 che vale il nuovo -10 (59-49). Pronta arriva però la risposta con la stessa moneta da parte di Denver che in un amen torna a +16 (67-51). Le briglie di Jokic e compagni tornano a sciogliersi e i Nuggets ritornano a giocare sul velluto trovando ottime soluzioni offensive. Il centro serbo, dopo un primo tempo passato più a creare gioco per i compagni che a segnare, inizia a mettersi in proprio anche in attacco e a martellare il canestro degli Heat assieme a Murray. Sotto i colpi del serbo e del canadese, la franchigia della Florida sbanda paurosamente e affonda fino al -24 (84-60), diventato -21 a 12’ dalla fine: con una reazione figlia dei nervi, dell’orgoglio e della difesa a zona, Miami prova a rialzare la testa e risalire la china spingendosi addirittura fino al -9 a meno di 3' dalla fine. Il recupero degli ospiti - forse un po' tardivo - non spaventa comunque i Nuggets, i quali stringono nuovamente le viti della difesa e si affidano in attacco al “solito” Jokic che non tradisce la fiducia in lui riposta e porta definitivamente i suoi in acque tranquille.

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