Stefano Mancinelli: Obiettivo Los Angeles con il Basket 3x3 e la Nazionale Italiana

Stefano Mancinelli, icona Fortitudo, punta a Los Angeles con il basket 3x3. Tra impegni federali e la sua polisportiva a Bologna.

di ALESSANDRO GALLO
27 aprile 2025
Stefano Mancinelli, icona Fortitudo, punta a Los Angeles con il basket 3x3. Tra impegni federali e la sua polisportiva a Bologna.

Stefano Mancinelli, icona Fortitudo, punta a Los Angeles con il basket 3x3. Tra impegni federali e la sua polisportiva a Bologna.

In questo momento è Mancio-San, perché è in visita in Giappone con la moglie Lorenza e i figli Massimo e Leone. Ma è solo una vacanza; presto tornerà a essere Mancinelli-Numero-Uno. Lui, lo avrete capito, è Stefano Mancinelli, consigliere della Federbasket nonché responsabile delle nazionali 3x3 con obiettivo Los Angeles. Mancio è un’icona Fortitudo, vive a Bologna, è presidente di una polisportiva e un’occhiata a quel che accade a Basket City lo dà sempre.

Possiamo chiamarla come sempre Mancio o dobbiamo ricorrere all’etichetta di consigliere federale?

"Mancio va benissimo. Sono sempre io".

Lei consigliere Fip. Quando giocava lo avrebbe mai pensato?

"Potrei rispondere dicendo mai dire mai".

Non solo consigliere.

"Infatti. Sto lavorando e dovrò lavorare per lo sviluppo del basket 3x3. Dobbiamo migliorare nel ranking".

Specialità, il 3x3, che sarà tra gli sport olimpici a Los Angeles.

"Lo so".

Come ci si arriva?

"Percorso lungo e non semplice. Mica basta mettere Belinelli in Nazionale per arrivare in California e prendere parte ai Giochi".

Ha citato Beli.

"È il primo nome che mi è venuto in mente".

Suo grande amico.

"Sempre. Gli anni insieme non si dimenticano. E poi adesso siamo anche vicini di casa".

Dici 3x3 e viene alla mente quel suo movimento di avvicinamento a canestro che l’ha resa celebre.

"Potrei aggiungere qualcosa di più".

Dica.

"Nel 3 contro 3 non avevo rivali. Quando ero in campo io non ce n’era per nessuno. Nemmeno per Beli. E stiamo parlando di un campione che ha vinto un anello nella Nba. Ma il 3x3 è diverso dal 3 contro 3 del campetto dove la palla è di chi segna. Ora devo capire anche io".

Obiettivo Giochi Olimpici?

"Certo, come direbbero negli States, ‘road to LA’. La strada è lunga, stiamo ricostruendo. Ci sono nazioni che si sono mosse con largo anticipo. Noi siamo all’inizio".

Partenza di rincorsa, come ai tempi della Fortitudo?

"Beh, ho avuto la fortuna di vivere anche l’Aquila ai tempi d’oro. Comunque ci crediamo come Italia. E poi non posso nascondere l’orgoglio".

Quale?

"Quello di far parte della Nazionale. Non sono più un giocatore, ma quando sono tornato come dirigente e mi sono messo addosso una maglia azzurra ho risentito la magia e l’orgoglio di rappresentare il mio paese".

Giochi a Los Angeles. Lei la Nba l’ha solo sfiorata.

"Presi parte a una Summer League con Portland. Non andai male, ero molto carico. Ma ero sotto contratto con la Fortitudo".

Rimpianti per non aver giocato nella Nba?

"Nemmeno uno. Giocavo comunque con la squadra per la quale facevo il tifo".

Non solo Nazionale.

"Appunto. Con mia moglie, e non solo lei, abbiamo una polisportiva".

Come si chiama?

"Lorenza, mia moglie, aveva un’attività come Lgs Sport Lab. Siamo diventati Lgs Sport-Academy. Abbiamo un centinaio di bambini che giocano a calcio e basket".

Dove?

"Nel palazzetto della Barca. In altri impianti del quartiere Borgo-Reno. Stiamo cercando di allargarci".

Lei e Lorenza non siete soli.

"No, ci sono anche Pasquale Aldieri e Lorenzo De Silvestri. Il presidente sono io, ma le decisioni sono condivise".

Diamo un’occhiata a quel che accade a Bologna?

"Facciamolo".

Partiamo dalla Virtus.

"In Eurolega non ha brillato come lo scorso anno, ma per il campionato c’è. Può arrivare in fondo".

Lei quante volte ha detto no alla Virtus?

"Devo proprio rispondere?".

Facciamo solo cronaca, nessuno ’sfottò’.

"Allora due".

Sa che Pippo Ricci l’ha citata nel suo libro? Tutte e due di Chieti, ricorda l’emozione del PalaDozza, dove fece un provino, e di averla vista.

"Lui è più giovane, ci siamo solo sfiorati anche se le nostre famiglie si conoscono. Ottimo ragazzo, l’ideale per una grande squadra".

E Ivanovic?

"Un coach tosto. Quando era al Tau provò più volte a portarmi là. Ma giocavo in Fortitudo".

L’Aquila, appunto.

"Lo scorso anno campionato fantastico. Peccato per la sconfitta in finale. E’ un’ottima squadra. Conosco bene Aradori e Fantinelli. Attilio Caja è un grande allenatore. Ma la A2 non è facile. La promozione è difficile. Ma la Fortitudo ci può arrivare".

Il derby?

"Intanto diamo atto alla Fortitudo di quello che sta facendo. Il percorso è buono".

Ha citato Caja, qual è il suo allenatore preferito?

"Ja-smin, Repe-sa Repe-sa (canticchia il coro della Fossa dei Leoni, ndr). Gli devo tanto. Mi ha fatto giocare molto, non era scontato. Poi…".

Dica.

"Repesa, per il quale farò il tifo, su tutti. Ma non posso dimenticare Peppe Poeta. Mi sono trovato molto bene anche con Ergin Ataman e con Matteo Boniciolli. Matteo è un grande allenatore e…".

Un altro?

"Sì, non vorrei dimenticare Simone Pianigiani. Con lui in Nazionale sono stato molto bene".

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