Bologna, Vincenzo Italiano e il rinnovo del contratto: oggi l’incontro verità
Il tecnico è stato tra i più scatenati durante la parata per la Coppa Italia In giornata il secondo summit degli agenti a Casteldebole: accordo vicino

Il Bologna punta al rinnovo di Vincenzo Italiano dopo la vittoria della Coppa Italia. Oggi incontro decisivo con Saputo.
Vincenzo Italiano ieri troneggiava sul pullman rossoblù stringendo felice il trofeo della Coppa Italia e mostrando un’empatia verso i bolognesi che ha riportato alla mente, per contrasto, il Thiago Motta che un anno fa su quello stesso pullman ‘festeggiò’ l’approdo in Champions League quasi alla chetichella, relegato in un angolino, come ormai un corpo estraneo. Thiago poi se ne andò e mal gliene colse.
Italiano invece dovrebbe seguire tutt’altra strada ed è ovviamente quello che si augura non solo la città del calcio ma anche i dirigenti rossoblù, con Saputo in testa, che oggi apparecchieranno a Casteldebole un altro incontro decisivo per definire il futuro del tecnico, con l’obiettivo puntato sull’agognato rinnovo di contratto.
Il ‘conclave rossoblù’ che andrà in scena al centro tecnico è il secondo atto di una trattativa che ha fatto i primi passi formali mercoledì scorso, quando al ‘Niccolò Galli’ si materializzarono Francesco Caliandro e Diego Nappi, coloro che curano gli interessi del tecnico, per un primo abboccamento col club.
Italiano ai suoi dirigenti per interposta persona non solo chiederà che gli venga riconosciuto, in termini di ingaggio, la storica conquista della Coppa Italia. Il tecnico vuole anche avere la garanzia che l’organico, al netto di un paio di cessioni eccellenti forse inevitabili, sia all’altezza delle sfide che attendono il Bologna su ben quattro fronti: campionato, Coppa Italia, Supercoppa Italiana e Europa League.
"L’obiettivo della società, non solo il mio, dev’essere quello di portare giocatori di qualità per essere competitivi a certi livelli", ha detto il tecnico sabato sera, nella pancia del Dall’Ara. Una pancia, va detto, un po’ sottosopra, perché alla gioia della festa per la Coppa conquistata il 14 maggio all’Olimpico si è unita la delusione, palpabile a fine gara sui volti di Saputo e dei dirigenti, per un finale di stagione che in campionato non poteva essere peggiore.
Tra vent’anni ci si ricorderà solo di un trofeo riconquistato dopo 51 anni di attesa, ma chiudere al nono posto in campionato una stagione come questa è quasi un’ingiustizia se non fosse che la responsabilità è tutta da ricercare tra gli attori di Casteldebole. Nelle ultime 5 giornate di campionato il Bologna ha raccolto appena 2 punti: i pareggi con Udinese e Juve, preludio al filotto di sconfitte con Milan, Fiorentina e Genoa. Il risultato è che a Udine, un mese fa, prima di scendere in campo il Bologna era quarto in classifica e dunque in piena zona Champions, mentre il nono posto di oggi avrebbe lasciato tutti con un pugno di mosche senza l’impresa della Coppa Italia. E’ un’impresa che, ovviamente, cambia tutto il senso dei giudizi.
Ma questo finale di campionato in ciabatte, frutto della scelta consapevole di dirottare tutte le residue energie sulla Coppa, è un tema che deve far riflettere sia chi dovrà allestire il Bologna del futuro sia chi, si spera (e si presume) Italiano, dovrà guidarlo. Per aspirare al ruolo di grande bisogna fare dello straordinario la regola e dell’impresa la routine. Per accontentare Italiano e allungare il suo contratto fino al 2028 servono invece, a occhio e croce, 3 milioni netti a stagione, bonus esclusi. Chissà che già oggi il ‘conclave’ non partorisca la fumata bianca.
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