Dan alza il volume. "Virtus-Milano da Nba, è un po’ come il duello tra Celtics e Lakers»

Il parere di Peterson: "Grande equilibrio tra due club che si conoscono bene. Ivanovic e Messina dovranno gestire le fatiche di Eurolega, ma sono esperti. Li rivedremo ancora nella finale tricolore per storia, tradizione e blasone".

di ALESSANDRO GALLO
12 febbraio 2025
Il parere di Peterson: "Grande equilibrio tra due club che si conoscono bene. Ivanovic e Messina dovranno gestire le fatiche di Eurolega, ma sono esperti. Li rivedremo ancora nella finale tricolore per storia, tradizione e blasone".

Il parere di Peterson: "Grande equilibrio tra due club che si conoscono bene. Ivanovic e Messina dovranno gestire le fatiche di Eurolega, ma sono esperti. Li rivedremo ancora nella finale tricolore per storia, tradizione e blasone".

"Amici sportivi…". Comincia così l’intervista. Basta chiudere gli occhi per qualche secondo e lasciarsi trasportare da una voce, inconfondibile, che ha racconta il basket Nba come il wrestling. Ha fatto la storia dei nostri canestri, come quella di una celebre bevenda, che lui diceva di sorseggiare da Chattanooga, Tennessee. Amici sportivi, gli rubiamo il marchio di fabbrica, stiamo parlando di Dan Peterson.

Coach, Virtus Bologna contro Olimpia Milano.

"Stiamo parlando di due club che stanno lottando per risalire la china in campionato".

Sulla carta, sono le due corazzate.

"Vero, ma non dimentichiamo che entrambe fanno parte dell’Eurolega".

Tutti sgomitano per entrare tra le elette.

"Sicuro, ma l’Eurolega significa anche sofferenza".

Addirittura.

"Chiariamo il concetto. Eurolega signifca viaggi, partite, aerei, mai un attimo di riposo. E soprattutto per lavorare in palestra. Però…".

Però?

"Milano-Virtus è anche Messina-Ivanovic, due tecnici navigati che conoscono le insidie. E vogliono vincere tutto. Coppa Italia, playoff e scudetto. Mi viene da ridere pensando che…".

Pensando a cosa?

"Alla domanda che spesso viene rivolta a un tecnico. Anche nel calcio. Se preferiscono il campionato piuttosto che la Champions. E viceversa".

Lei cosa dice?

"Che qualsiasi allenatore vuole vincere. Sempre. Poi è chiaro che nel basket si fanno delle scelte. Non si può giocare con il quintetto migliore per 40 minuti. Bisogna dosare le forze. Pensando che gli obiettivi sono tanti. E la stagione lunga".

Non le chiediamo chi vince la Coppa Italia, ma la favorita di questo quarto.

"Si gioca a Torino, giusto?".

Sì.

"Campo neutro: equilibrio".

Ivanovic però è un debuttante nel campionato italiano.

"Sì, ma quante volte ha incrociato la strada di Messina? Dusko ha allenato in Svizzera, in Spagna. Sa come muoversi. Sarà un bel duello tra lui ed Ettore".

Lei una volta superò Ivanovic.

"Non ricordo. Credo di non averlo mai affrontato".

Ha ragione. Ma nel 2001, lei era a bordo campo, durante la finale di Eurolega. Suggerì a Messina di mettersi a zona. E la Virtus di Ettore alla fine superò il Tau di Dusko.

"Ma Messina non aveva bisogno di suggerimenti. Ringrazio Ettore perché ricorda questo episodio. E mi fa piacere che lo rammenti. Ma con Dusko io sono in parità: 0-0".

Chi le piace della Virtus?

"Pajola, per cuore, testa e spirito. Ha un temperamento incredibile. E poi Belinelli. Non me ne frega nulla se qualcuno dice che ha 38 anni. Io rispondo che Marco sa sempre fare canestro. Gli basta un milionesimo di secondo per alzarsi e fare male alle difese avversarie".

Ricci e Mannion a Milano ed ex Virtus. Hackett a Bologna, ex Olimpia.

"Sono grandi giocatori. Logico che i due club ci provino a sottrarsi i big. Poi il cambio di sponda non è così plateale. Ci sta".

Ci viene in mente anche un allenatore.

"Giusto, sempre Ettore. Messina ha vinto tanto con la Virtus, ora a Milano".

Pensavamo a qualcosa di più datato. Che la riguarda.

"Ho guidato Virtus e Milano. Credo che, senza togliere nulla ad altri, siano i club che con Ignis Varese e Forst Cantù abbiano fatto la storia della pallacanestro".

Lei Coppa Italia e scudetto in Virtus, poi i trionfi a Milano.

"Ho avuto un bel vantaggio".

Quale?

"Arrivai in Virtus che due anni prima aveva rischiato di retrocedere in B. Milano in A2 c’era proprio andata. Come diciamo negli States, non ho trovato il letto caldo. E’ stato tutto più facile. Anche perché…".

Perché?

"A Bologna ho avuto come guida l’avvocato Porelli. E in campo Driscoll, Caglieris, Bertolotti, Serafini, Bonamico, Antonelli. A Milano sotto Bogoncelli ho allenato Mike D’Antoni".

Pronostico incerto, quindi.

"Lo ribadisco".

E la finale scudetto?

"Sarà ancora Milano contro Bologna. Pubblico, televisione, stampa e storia. Senza togliere nulla al resto. Anche perché Virtus-Olimpia è uno po’ come Boston-Los Angeles nella Nba".

Chi assomiglia ai Celtics e chi ai Lakers?

"Lasciamolo decidere ai tifosi".

E chi potrebbe essere Larry Bird e chi Magic Johnson?

"Stessa risposta. E’ una sfida talmente bella che lascio ad altri decidere".

Sì, amici sportivi, adesso è davvero tutto.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su