Difesa e collettivo: Holiday fa subito centro: "Virtus, la sfida con Milano carica tutti"
Basket Da domani la Coppa Italia. "Ero già stato in Europa, il livello è cresciuto ancora. Amo il calore e il trasporto di Bologna"

Justin Holiday, 35 anni, ha giocato 680 partite nella Nba (Schicchi)
Difficile, forse impossibile, dire quale potrà essere il rendimento di Justin Holiday nel contesto bianconero. Sicuramente l’approccio è dei migliori. Justin, che era già stato in Europa in due occasioni – Belgio nel 2011 e Ungheria due anni più tardi – appare un ragazzo tranquillo, intelligente. Capace, soprattutto, di giocare e divertirsi, perché quando si parla di basket si illumina e sorride, senza strafare.
Chi arriva da fuori, per capire la Virtus, Bologna e il campionato italiano, di solito si affida ai leader storici, da Belinelli a Shengelia. Justin no. O meglio, ascolta i leader, ma parla con Akele e Diouf, Zizic e Visconti. Il modo migliore per entrare nel gruppo. E calarsi velocemente nella nuova realtà. Senza dimenticare che, i concetti più gettonati, mentre si racconta e risponde alle domande, sono collettivo, difesa, squadra e approccio.
Sembra quasi di sentir parlare, magari in modo meno sintetico, Dusko Ivanovic.
Il vero Justin. "Ho bisogno di più partite per capire meglio la squadra e il basket europeo. Mi è stato chiesto di essere solido in campo, presente difensivamente ricoprendo più ruoli e in attacco prendere i miei tiri. Devo essere me stesso, giocare come so fare. Conosco già qualche compagno, sia europeo che americano. Non gioco in Europa da un bel po’ di tempo, ma qualcuno lo avevo già incontrato".
L’ambiente ideale. "Il basket europeo è di altissimo livello e di qualità. E’ stimolante giocare. Non parlo solo del campo, ma anche di tutto ciò che sta attorno. Non ho potuto fare a meno di notare il calore e l’atmosfera del pubblico. E’ bello essere a Bologna, una città che respira basket. Mi piace anche perché sei portato a giocare meglio".
Tutti per uno, uno per tutti. "L’importante è mettere il collettivo davanti a tutto e tutti. Come con Tortona. La Coppa Italia è una competizione nella quale chi perde esce. Sono anche le competizioni che stimolano di più e che tutti noi vogliamo giocare. Approccio, energia, gioco di squadra, sono tutti fattori determinanti. Non solo contro Milano".
La crescita. "Quando avrò più tempo a disposizione giocherò meglio, l’importante era essere al servizio della squadra. Mi aspettavo di giocare subito, ne avevamo parlato. Ho cercato di farmi trovare pronto nonostante i pochi allenamenti e tante piccole cose ancora da rodare".
La Coppa Italia. "La gara con Milano deve essere approcciata come tutte le altre partite, la prossima gara è sempre quella più importante, che sia Milano o un’altra. I compagni mi hanno spiegato il peso di questa partita: l’importante è scendere in campo con l’energia necessaria".
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