Scudetto Virtus, fra trappole e sberloni ha vinto la squadra

La storia di una stagione piena di insidie e dolori e tante resurrezioni. A febbraio Ivanovic vaticinava: “Vinceremo il tricolore”

di ALESSANDRO GALLO
17 giugno 2025
La stagione della Virtus non è stata né facile né liscia come l'olio, ma ha saputo trovare la forza nei singoli e nel gruppo e così è arrivato il diciassettesimo scudetto

La stagione della Virtus non è stata né facile né liscia come l'olio, ma ha saputo trovare la forza nei singoli e nel gruppo e così è arrivato il diciassettesimo scudetto

Supercoppa, Eurolega, Coppa Italia e, finalmente, lo scudetto. In una stagione nella quale la Virtus di Dusko Ivanovic - e fino al 4 dicembre di Luca Banchi - ha conosciuto i problemi più strani e peggiori. Pensiamo al Guerriero Toko Shengelia: ulcera duodenale, trauma cranico e qualche altro acciacco.

E Will Clyburn? S’era fermato a gennaio, a Reggio Emilia, due mesi di stop. Ma la situazione peggiore è quella di Achille Polonara: leucemia mieloide, tanto per non farsi mancare nulla, dopo la neoplasia testicolare di due anni fa. Poi, acciacchi vari che non hanno impedito alla Virtus di risvegliarsi nel momento più opportuno.

La stagione, tornando alla cronologia di questo 2024/2025, comincia con un passo falso. Dopo aver conquistato tre Supercoppe di fila, la Virtus cade il 22 settembre 2024 all’Unipol Arena. Dall’altra parte del campo c’è la solita Milano. La Virtus parte bene, poi si smarrisce in volata. Sorride Pippo Ricci, capitano Olimpia, 98-96.

Il primo turno di campionato di consuma a Trapani. E’ il 28 settembre. Sulla carta, trattandosi di una neopromossa, una passeggiata. Ma Trapani ha qualcosa di più. E il successo finale, 88-89, vale doppio pensando all’esito della regular season.

Il 23 ottobre, finalmente, un sorriso in trasferta. La Virtus si impone a Belgrado contro il Partizan degli ex Zoran Savic e Iffe Lundberg. Finalmente Clyburn protagonista.

Il 10 novembre, a Masnago, il primo sberlone. La difesa bianconera è in difficoltà e non riesce a contenere il giovane Librizzi (28 punti): Varese impone lo stop alla V nera, 104-95. Il 4 dicembre, alla Segafredo Arena, termina l’esperienza bolognese di Luca Banchi. La squadra sbanda ancora in Eurolega, stavolta contro l’altro fanalino di coda Alba Berlino. Finisce 88-90: Banchi si dimette, viene ingaggiato Ivanovic. Le prime partite lo vedono senza il pass federale. Così Dusko vede vincere la Virtus, dalla tribuna, all’Unipol Forum di Assago contro la solita Milano. E’l’8 dicembre, 73-82. La Virtus batte il Vitoria - la storica squadra di Dusko - a domicilio, poi, però, cade in casa contro b. E’ l’unico ko interno della stagione relativamente al campionato (15 dicembre). Finisce 70-78.

Cambia il consiglio d’amministrazione, ma non arriva la scossa voluta. Anzi, a Torino, nei quarti di finale di Coppa Italia, la Virtus esce subito di scena. E’ il 12 febbraio, Milano sembra imprendibile - 77-91 - anche se Ivanovic sentenzia: “Vinceremo lo scudetto”.

A fine marzo la Virtus deraglia. Cade a Trieste (vengono fatti fuori Grazulis e Tucker) e a Belgrado. Contro la Stella Rossa finisce 88-52 per Teodosic e compagni. Sembra l’inizio della fine.

L’11 maggio alla Segafredo Arena ci vuole un tempo supplementare per battere Trapani. Ma il 101-96 vale il primo posto al termine della stagione regolare. Il 27 maggio la madre di tutte le partite. Sul 2-2 con Venezia, la Virtus è con le spalle al muro, sotto di nove a cinque minuti dalla fine. Ma Shengelia ha un cuore che fa provincia.

Poi il 3-1 con Milano. In gara-due, quella nella quale l’Olimpia pareggia la serie, la Virtus perde Clyburn. Paradossalmente un vantaggio: Cordinier cambia volto e il 5 e 7 giugno, come quattro anni prima, arrivano altrettante vittorie in trasferta al Forum. Poi Brescia e Peppe Poeta. Storia nota, così come la leucemia di Achille Polonara. Storia tricolore.

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