Virtus Bologna conquista il 17° scudetto: Shengelia e Polonara protagonisti

La Virtus Bologna vince il 17° scudetto con Shengelia in evidenza e un omaggio speciale ad Achille Polonara.

di ALESSANDRO GALLO
18 giugno 2025
Capitan Marco Belinelli in video-diretta con Achille Polonara festeggia insieme ai compagni lo scudetto vinto a Brescia: il diciassettesimo della storia (Ciamillo)

Capitan Marco Belinelli in video-diretta con Achille Polonara festeggia insieme ai compagni lo scudetto vinto a Brescia: il diciassettesimo della storia (Ciamillo)

Brescia 74 Virtus Bologna 96

GERMANI: Nikola Ivanovic 11, Della Valle 5, Dowe 4, Rivers 11, Bilan 17, Burnell 24, Cournooh 2, Mobio, Ndour ne, Ferrero ne, Tonelli ne, Pollini ne. All. Poeta.

SEGAFREDO BOLOGNA: Taylor 19, Hackett 6, Cordinier 5, Shengelia 31, Zizic 6, Diouf 11, Akele 5, Pajola 2, Morgan 11, Belinelli, Accorsi. All. Dusko Ivanovic.

Arbitri: Lanzarini, Bongiorni, Gonella.

Note: parziali 15-28; 28-50; 51-76.

Tiri da due: Brescia 18/34; Virtus 22/39. Tiri da tre: 9/22; 13/26. Tiri liberi: 11/16; 13/16. Rimbalzi: 20; 38.

dall’inviato

S come scudetto. S come Shengelia. E’ il tricolore numero 17 della Storia bianconera. Vale tanto. Vale di più. Finisce prima della sirena: Shengelia abbraccia Hackett che piange come un bambino. Capitan Belinelli ride, indossa la canotta di Polonara e dà il via alla festa.

Un uomo in missione, si scriveva, fino a ieri, pensando alla trance agonistica di Toko Shengelia, iniziata in gara-cinque con Venezia e mai venuta meno nelle sette gare successive. Ieri sera una squadra in missione per un uomo. E quell’uomo, Achille Polonara ha riso di gioia e pianto di commozione pensando a quanto, il mondo Virtus gli voglia bene. "Voglio lo scudetto in Italia, lo voglio con la Virtus", aveva detto Achi.

Lo scudetto gliel’hanno impacchettato i compagni. E’ lo scudetto di Achi, è il titolo di Polonara, anche se il 33, da qualche giorno, è confinato su un lettino dell’ospedale Sant’Orsola-Malpighi. Il 33 bianconero è ricoverato, ma i compagni, nel riscaldamento, indossano la sua maglia. Fa lo stesso Guido Bagatta, uno dei volti televisivi. E quando alla fine del primo quarto, dallo spicchio del tifo bolognese, spunta uno striscione, c’è più di uno che non trattiene le lacrime. "La vera battaglia da vincere è fuori dal campo. Forza Achille, la nord è con te". Scontato?

Mah, vedere un intero palazzetto che applaude e guarda lontano, in direzione Sant’Orsola-Malpighi, la commozione ha già vinto. Quando, dalla curva bresciana si alza il coro "Achille Polonara" si capisce che è la battaglia di tutti quelli che non si rassegnano mai, come Achille. Lui, Erika, Vitoria e il piccolo Achille junior. I compagni, si diceva. Concentrazione feroce, la voglia di chiudere subito i conti, perché è troppo tempo che la Virtus, almeno nelle finali scudetto, ingoia bocconi amari.

Brescia sta avanti solo il tempo di una tripla, 3-2 firmato da Rivers, poi ci sono gli undici uomini in missione. Taylor è indemoniato e, anche se è il più piccolo in campo, si muove come un gigante. Di Shengelia, ormai, non si sa più cosa scrivere – 31 tanto per gradire, il suo massimo – poi ci sono tutti gli altri. Come Matt Morgan che, con la qualifica di secondo violino, è forse la spalla preferita dell’ariete Shengelia. L’ultimo contatto ravvicinato è sul 13-15, libero di Bilan. Nel ribaltamento di fronte, la tripla di Akele, Bologna scappa e Brescia si guarda smarrita. Non è una nota di demerito per la squadra di Poeta, al contrario. Brescia è andata oltre l’ostacolo. Ha avuto solo la sfortuna di non monetizzare i vantaggi di gara-uno. Scampato il primo pericolo, la Virtus ha cambiato passo, con le espressioni truci di Shengelia e Diouf

E così, da ieri, il sergente di ferro, al secolo Dusko Ivanovic (nono scudetto), è diventato anche il profeta. "Vinceremo lo scudetto", disse a Torino dopo la sconfitta in Coppa Italia. Sembrava un matto. Aveva ragione lui.

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