Virtus Bologna e Olimpia Milano: Rivalità Storica Rinnovata in Semifinale
Virtus Bologna e Olimpia Milano si affrontano in semifinale, rinnovando una rivalità storica nel basket italiano.

Virtus Bologna e Olimpia Milano si affrontano in semifinale, rinnovando una rivalità storica nel basket italiano.
Bologna contro Milano: atto quinto. Dopo quattro finali scudetto consecutive, Virtus-Olimpia si ritrovano in semifinale. Ma la rivalità tra la V nera e le scarpette rosse (che nascono nel 1936) parte dagli anni Trenta. Non ci sono ancora i playoff, inseriti in Italia a partire dal 1975, ma Virtus contro Milano sono spesso prima e seconda. Con sgambetti, sorpassi, dispetti e incroci tra ex. Il primo faccia a faccia ha quasi novant’anni. Proprio così: l’Olimpia trionfa all’esordio nel 1936. E la Virtus, che pure è di più antica militanza in serie A, deve accontentarsi del secondo posto. E’ una situazione, quella del 1936 – Milano prima, V nera seconda – che si ripete a distanza di due anni. Situazione analoga nel 1950: questa volta brucia di più. Perché la Virtus ha appena calato il poker tricolore, dal 1946 al 1949. E nell’anno del giubileo deve fermarsi per colpa della fatal Gallarate. Milano davanti ancora nel 1952 e 1953. Il primo sorpasso bianconero coincide con il sesto scudetto per le Due Torri: è il 1956. La formula del campionato con girone all’italiana prosegue. Così come prosegue il binomio Milano prima e Bologna seconda. E’ una situazione che si ripete per quattro stagioni consecutive, dal 1957 al 1960.
Per rivedere Milano contro Bologna in un testa a testa tricolore bisogna attendere diciannove lunghi anni. Dal 1975 sono stati inseriti i playoff (una stagione con quella che viene chiamata poule finale, subito vinta dalla Virtus), nel 1979 il primo faccia a faccia tricolore. Ci sono la Virtus di Caglieris, Villalta e Cosic – in panchina Terry Driscoll – contro la banda Bassotti dell’ex Dan Peterson. E il 6 maggio 1979, mentre a San Siro il Milan conquista il decimo scudetto (0-0 contro il Bologna) la V nera espugna il palazzone di San Siro. E arriva il titolo.
Cinque anni più tardi, per la Virtus è ancora più bello. In palio c’è sempre lo scudetto: solo che la Simac Milano – Dan Peterson in panchina, Dino Meneghin in campo, con la V nera di Alberto Bucci, Roberto Brunamonti, Marco Bonamico, Jan Van Breda Kolff, Renato Villalta ed Elvis Rolle – ha il vantaggio del fattore campo. La Virtus vince due volte a San Siro, cade a sorpresa al palasport di Bologna e può tornare in Piazza Azzarita illuminata a festa (grazie allo storico custode, Amato Andalò) per la conquista della stella.
Milano e la Virtus si perdono un po’ di vista. Anche se le finali con Bologna non mancano. Se nel 1954, Milano si lascia alle spalle il Gira, nel 1996 c’è la finale Fortitudo-Milano, vinta dai lombardi. Nove anni dopo l’Aquila di Basile ricambia lo sgarbo. Dal 1984 al 2021 passano trentasette anni: Milano e la V nera si contendono i giocatori e anche il tricolore. La Virtus di Sale Djordjevic vince clamorosamente per 4-0. Poi tre stagioni nelle quali la politica dell’ex – intesa come ex allenatori dei rivali – non paga. La Virtus ha in panchina prima Sergio Scariolo poi Luca Banchi, che hanno già lavorato al Forum. Vince sempre Milano.
Adesso questa lotta tra giganti si consuma in semifinale. Da un lato Massimo Zanetti, dall’altra (re) Giorgio Armani. Anche qui non mancano gli ex. La Virtus può contare su Daniel Hackett, in forma smagliante. Milano, di ex, addirittura tre. Oltre a Ettore Messina, troviamo Pippo Ricci, che nel 2021 era il capitano della V nera e Nico Mannion. Virtus contro l’Olimpia è anche Toko Shengelia e Nikola Mirotic. Entrambi classe 1991, entrambi in uscita – il georgiano diretto verso Barcellona, il montenegrino con passaporto spagnolo promesso sposo del Monaco, fresco finalista di Eurolega –, entrambi con la voglia di mettere la firma sullo scudetto più atteso. Trapani e (o) Brescia permettendo.
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