Virtus Bologna: Shengelia guida la squadra verso la vittoria nei playoff

Shengelia trascina la Virtus Bologna nei playoff, supportato da Akele e Diouf. L'anima italiana si fa sentire.

di ALESSANDRO GALLO
2 giugno 2025
Nicola Akele, 29 anni, è stato fondamentale nel corso del primo match (Schicchi)

Nicola Akele, 29 anni, è stato fondamentale nel corso del primo match (Schicchi)

Che Shengelia fosse un fuoriclasse non è una notizia. Quando si liberò dal Cska Mosca, in seguito all’invasione dell’Ucraina, la Virtus lo prese per quel motivo. Toko è un promesso sposo del Barcellona, ha alle spalle un trauma cranico. Ma come i cavalieri di una volta, trascina i compagni. Stasera, palla a due alle 20,45 – sempre alla Segafredo Arena – servirà un’altra prova di spessore per cercare di chiudere, la mini-serie della Fiera, con il doppio vantaggio. Che Toko potesse essere decisivo – sia in gara-cinque con Venezia, sia nel match di esordio con l’Olimpia – lo si sapeva. Che potesse trovare due valide spalle in Momo Diouf e Nicola Akele, magari no.

Perché sono italiani, e il basket di casa nostra è sempre più esterofilo, perché sono relativamente giovani e inesperti. La sorpresa più bella, tra i due, forse è proprio Akele. Anche perché Nicola ha vissuta tutta la stagione di rincorsa, mettendo insieme minutaggi contenuti se non devi veri e propri ‘ne’ (non entrati). Contro Venezia si è creata un’occasione unica perché Ivanovic, in un colpo solo, si è trovato privato dei due numeri quattro. Del titolare del ruolo, Shengelia e dell’apparente riserva, Polonara. Ivanovic non ha avuto problemi nel lanciare Akele in quintetto. Nicola non ha battuto ciglio e ha interpretato il ruolo nel migliore dei modi. Quasi avesse alle spalle un intero campionato. E non ha tremato nemmeno quando Ivanovic gli ha detto su chi montare la guardia. Dal Nicola bianconero al Nikola biancorosso cambia solo una consonante. Cambiano il conto in banca, lo stipendio e il pedigree. Forse anche il futuro; Nicola che resta qui, l’altro diretto verso il Principato di Monaco. Ma Nicola, con la c normale, non s’è fatto impressionare. E ha continuato a lavorare a testa bassa.

Momo il quintetto se l’è conquistato durante l’anno, ma era lecito pensare che, nei playoff, quando l’esperienza vale doppio, facesse un passo indietro. Momo invece no: pure lui applicato, a testa bassa. Pronto ai raddoppi e a sporcare tutte le linee di passaggio. E qualche recupero, sia con Venezia sia con Milano, è nato proprio dalle sue smanacciate (lecite).

Virtus sempre più italiana, almeno all’inizio. Nello starting five Hackett, Akele e Diouf. E in certi frangenti si è sfiorato il poker, con Pajola azzurro aggiunto. L’anima italiana sta producendo tanto. Anche se all’appello, di fatto, in particolare in gara-uno, sono mancati i due veterani. Un minuto solo per Polonara. Un ’non entrato’ per Belinelli. Ma Achille e il capitano non hanno mai fatto mancare il loro apporto dalla panchina. A dimostrazione della presenza di un gruppo vero. E, nella gestione di Ivanovic, è dimostrato che chi non abbia giocato una gara, possa poi essere impiegato a lungo in quella successiva. Per questo i due sono già pronti.

Virtus multata di 2.480 euro per lancio di una moneta e un accendino (senza colpire) e per offese agli arbitri. Ma nelle motivazioni che portano alla multa si legge anche "riproduzione delle immagini dei replay delle azioni di gioco sugli schermi dell’impianto". Riproduzione che in Virtus hanno proposto in passato, senza ammende. Direzione affidata a Rossi, Lo Guzzo e Borgioni, con diretta assicurata da Dazn, Eurosport e Dmax.

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