Virtus, casa dei campioni. Brunamonti e lo scudetto: "Shengelia un fenomeno. Ma che bravi gli italiani»
"Toko nell’olimpo bianconero con Danilovic, Cosic, Ginobili, Mc Millian e Teodosic. Il georgiano è stato la guida e non posso dimenticare Taylor, Morgan e Cordinier".

"Toko nell’olimpo bianconero con Danilovic, Cosic, Ginobili, Mc Millian e Teodosic. Il georgiano è stato la guida e non posso dimenticare Taylor, Morgan e Cordinier".
Roberto Brunamonti è a ’casa sua’. Perché, qualche anno fa, su un muro del PalaDozza, la targa ’Piazza Manfredi Azzarita’ venne sottratta e sostituita con una goliardica ’Piazza Roberto Brunamonti, capitano bianconero’. Oggi Roberto è un dirigente della Nazionale femminile che, appunto, è ospitata a casa sua, al PalaDozza.
Brunamonti, ha visto la Virtus?
"In diretta no, perché eravamo al palazzetto, per l’ultimo allenamento. Ma il risultato l’ho visto",
Felice?
"Di più".
Lei è stato dirigente anche della nazionale maschile.
"Vero".
E c’era anche Polonara.
"Un ragazzo speciale. Siamo tutti con lui. E’ andato a trovarlo il presidente Petrucci e tutti lo abbiamo tempestato di messaggi".
Lei lo conosce bene.
"Il nostro ct, Capobianco, ha contribuito alla sua crescita. E io, nei miei anni di nazionale, ho avuto la fortuna di conoscerlo. E...".
Dica.
"Un ragazzo che ama il basket. Che gioca con passione. Un ragazzo che lotta. Per questo sono fiducioso".
Leucemia...
"Quando giocavo, la Virtus era legata a Bologna Ail. Lo ricordo bene. Bologna in questa specializzazione medica è sempre stata all’avanguardia. Per questo so che Achille non solo è in buone mani. Ma è nelle migliori nelle quali avrebbe potuto capitare".
Torniamo ai playoff.
"Facciamolo".
Lei ha giocato con Danilovic, ha sfidato Cosic e McMillian. E ha avuto Ginobili come giocatore.
"Vogliamo arrivare a parlare di Shengelia?".
Ha anticipato la domanda.
"Toko è nell’olimpo dei migliori. Penso più recentemente a Teodosic. Toko è in quella zona dei grandissimi, che saranno ricordati per sempre".
E Hackett?
"Dicevamo di Toko, è stata l’arma in più. Ma la Virtus ha avuto una parte importante, decisiva, dagli italiani. Daniel tra questi. Permettetemi però...".
Sì?
"Ci metto anche Taylor. S’è inserito splendidamente".
Detto da un grande play, poi. Restiamo nel ruolo. Il suo pupillo?
"Pajola è importante, come sempre. Si toglie e si toglierà tante soddisfazioni. E così facendo le leva agli altri".
Il capitano.
"Beh, ho visto Belinelli bambino. L’ho visto crescere. Che alzi la coppa al cielo è un bel vedere".
Diouf?
"Grande conferma".
Squadra che rivedrà il budget.
"Non sono nella stanza dei conti. Ci penseranno il presidente Massimo Zanetti, con il direttore generale Paolo Ronci, confrontandosi con Ivanovic".
Ecco, proprio Dusko. Dopo la Coppa Italia disse che avrebbe vinto lo scudetto. Coraggio o incoscienza?
"Ivanovic ha vinto titoli ovunque sia andato. Se dopo la sconfitta con Milano si era sbilanciato così vuol dire che aveva visto qualcosa che altri non avevano ancora capito. Bravo lui a prevedere il tutto".
Abbiamo dimenticato un italiano, Akele.
"Ripeto il concetto già espresso. Shengelia fantastico, ma nel basket, da solo, non vinci. Toko è un professionista eccezionale. Ma le fondamenta di questo titolo sono tricolori".
Chiudiamo con Morgan e Cordinier.
"Bravi. Come tutti".
Vent’anni di Virtus alle spalle. Lei forse può spiegare cos’è la V nera.
"E’ come una casa, puoi cambiare gli arredi, dare di bianco. Ma la struttura è solida. E’ una casa nella quale sono cresciuti generazioni di giocatori, allenatori e dirigenti. E’ una casa che è un punto di riferimento per una varia umanità, non solo bolognese, che tifaper questi colori".
Possiamo dire che è anche casa sua?
"Non lo so, non mi permetterei mai di esagerare. Però, come detto, sono stato tanto a Bologna. Giocatore, una piccola parentesi come allenatore e poi dirigente".
In conclusione?
"Se penso a Bologna e alla Virtus, penso a una casa che in qualche modo sento un po’ mia".
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