Virtus Due settimane per ribaltare la stagione

Tra acciacchi, errori e infortuni, la Coppa Italia è stata un flop. Ivanovic ’promette’ lo scudetto e può sfruttare la sosta: il 28 c’è l’Olympiacos

di ALESSANDRO GALLO
14 febbraio 2025
Isaia Cordinier tenta di andare a canestro: con appena 7 punti, il francese mercoledì notte a Torino non è riuscito a incidere come avrebbe voluto contro Milano (Ciamillo)

Isaia Cordinier tenta di andare a canestro: con appena 7 punti, il francese mercoledì notte a Torino non è riuscito a incidere come avrebbe voluto contro Milano (Ciamillo)

"Se tutto va bene siamo rovinati". I social non perdonano e l’umore della tifoseria bianconera, dopo l’uscita dalla Coppa Italia, è ai minimi storici. E se i tifosi sono abituati agli eccessi, nel bene e nel male, non è che in casa Virtus l’aria sia delle migliori. Musi lunghi e facce tese: perché perdere con Milano ci può stare. Perdere giocando solo un quarto no. Ed è da lì che ripartono presente e futuro. Ieri nessun allenamento punitivo, perché la squadra è rientrata in città verso le 4. Ma da oggi, fino al 28 febbraio, giorno della sfida di Eurolega con l’Olympiacos, ci sono due settimane per provare a dare un senso alla stagione. Ivanovic ha alzato l’asticella: "Vinceremo lo scudetto". Il tricolore resta l’unico obiettivo: dopo la finale di Supercoppa gettata alle ortiche e un’Eurolega nella quale, Belinelli e compagni, non sono riusciti a ripetere il cammino precedente.

Musi lunghi e volti tirati perché a nessuno piace perdere. A nessuno, all’Arcoveggio, piace perdere con Milano e a nessuno piace uscire dal campo con una sensazione di impotenza. Che è quella che ha trasmesso la Virtus: dopo un primo quarto in equilibrio, il gruppo ha alzato bandiera bianca. Milano, tricolore da tre anni, è da considerarsi più forte. L’Olimpia, per di più, continua ad aggiungere giocatori. Si fa male qualcuno? Milano interviene. Come nel caso di Nico Mannion.

La Virtus ha aggiunto Holiday – non pervenuto a Torino –, ma sconta problemi che si trascinano dall’estate. La squadra era stata pensata con Cacok. Come sia andata lo sappiamo: il risultato è che Devontae non è mai stato rimpiazzato. Poi si sono fermati Zizic e Clyburn. Se Holiday può essere un sostituto di Will, non si è intervenuti sotto canestro. Con il risultato di utilizzare Grazulis da cinque tattico. Ma il lettone, spostato nel ruolo di centro, ha un rendimento limitato.

Finito? Detto che la squadra ha un’età media elevata (Belinelli ne compirà 39 tra poco, Hackett ne ha 37, Holiday, Clyburn, Shengelia, Polonara e Grazulis tutti over 30), anche le vicende societarie non aiutano a dare un’idea di compattezza. Oltre al licenziamento di Cacok, ci sono state le dimissioni di Banchi e l’uscita di Luca Baraldi. Tutto da buttare? In estate, a bocce ferme, qualcosa (tanto o poco dipenderà anche da chi terrà i cordoni della borsa) andrà fatto. L’unica strada, ora, è quella indicata da Ivanovic. Che ha usato la parola scudetto, per alzare l’autostima. Ma per arrivare fino in fondo, bisogna lavorare, in palestra. Gli impegni di Eurolega tolgono energie e ore di lavoro: in queste due settimane, fino alla vigilia della gara con l’Olympiacos, il coach montenegrino avrà la possibilità di lavorare come vuole lui.

E magari le due settimane serviranno a lui, per chiarire determinate questioni. Perché se il numero delle palle perse o la scarsa percentuale nel tiro dalla lunga distanza sono problemi strutturali del gruppo, anche il coach dovrà ripensare a quintetti e minutaggi. In campo vanno i giocatori, ma c’è qualcuno in panchina che deve indicare la strada. E la partita con Milano, come alcune precedenti qualche dubbio sull’efficacia di determinate scelte (tecniche), l’ha lasciato. Sperando di recuperare Clyburn e Zizic. Zizic potrebbe rientrare con l’Olympiakos. Inizio aprile, invece, per Will, la cui riabiltazione procede.

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