Virtus ko Ma la testa è già alla Coppa Italia
Il Partizan ancora in corsa per il play-in, ha più motivazioni dei padroni di casa che tentano invano la rimonta dopo aver toccato il -14

La grinta di Daniel Hackett, 37 anni, finito a terra dopo aver subito uno sfondamento a conclusione di un momento di trance con due triple (Ciamillo)
Virtus Bologna
71
Partizan Belgrado
81
SEGAFREDO : Pajola 5, Cordinier 13, Tucker 3, Shengelia 16, Diouf 2, Grazulis 8, Hackett 7, Morgan 9, Belinelli, Polonara 8, Holiday, Akele ne. All. Ivanovic.
PARTIZAN BELGRADO: Lundberg 9, Carlik Jones 19, Brown 20, Bonga 8, Tyrique Jones 12, Lakic 2, Davies 11, Pokusevski, Washington ne, Koprivica ne, Nakic ne, Mike ne. All. Obradovic.
Arbitri: Mogulkoc, Shemmesh, Udyanskyy.
Note: parziali 23-17; 36-44; 57-66. Tiri da due: Virtus 17/33; Partizan 19/41. Tiri da tre: 9/24; 11/18. Tiri liberi: 10/12; 10/14. Rimbalzi: 27; 34.
Si può essere contenti per una sconfitta, per giunta in casa? Ovviamente no. Ma nella serata in cui guida i giochi solo nel primo quarto, la Virtus trova il modo per abbozzare almeno un timido sorriso. Pensando alla final eight della Coppa Italia in programma da mercoledì a Torino.
Arrivano segnali di vita da Hackett e Polonara, nel terzo quarto e nell’ultima frazione.
Sotto di 14, 38-52, la Virtus – che ha meno motivazioni di un Partizan che vede ancora il play-in – rischia di deragliare. Prima, a fare la faccia cattiva ci pensa Hackett, che subisce anche uno sfondamento come ai bei tempi. Poi Polonara, che dopo un primo tempo da spettatore non pagante, ritrova talento, voglia e punti.
Insieme con il debutto di Justin Holiday – 10 minuti e un solo tiro per capire il nuovo sistema – ce n’è forse abbastanza per abbozzare un pallido sorriso.
E poi? Frizioni tra tifosi, qualche parola di troppo alla fine tra Tyrique Jones e Hackett (Shengelia in funzione osservatore Onu) e il duello a distanza, in panchina, tra i grandi capi ’Mani sui fianchi’ e ’Volto paonazzo’.
Ivanovic, mani sui fianchi, scuote spesso la testa, poco convinto che i suoi ragazzi abbiano davvero compreso la lezione.
Decisamente più acceso il suo rivale Obradovic, che prende fuoco facilmente. E tra una sfuriata e l’altra, prende la lavagnetta per spiegare allo ’scolaro’ Lakic cosa vuole da lui.
Ma non c’è tempo per tirare il fiato. Domani, sempre alla Segafredo Arena, c’è la sfida con Parigi. Con la speranza che, magari, Holiday sia entrato in qualche schema. E con la curiosità per capire che cosa partorirà l’assemblea dei soci, dopo che il patron Massimo Zanetti ha dato il benservito a Luca Baraldi.
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