Virtus, la Coppa Italia resta ancora un tabù. Molle e senza rabbia: c’è soltanto l’Olimpia
Primo quarto in equilibrio, poi Milano prende fiducia e scappa con Shields. Lasciano a desiderare anche alcune scelte di Ivanovic .

Immagine emblematica della partita: Toko Shengelia solo contro tutti. Milano difende, la Virtus invece osserva (Ciamillo)
VIRTUS BOLOGNA77OLIMPIA MILANO91
SEGAFREDO BOLOGNA: Pajola 5, Cordinier 7, Holiday 1, Shengelia 14, Diouf 20, Grazulis, Belinelli 10, Tucker 6, Polonara 7, Hackett 7, Akele, Visconti ne. All. Ivanovic.
EA7 MILANO: Mannion 4, Bolmaro 10, Shields 19, Leday 16, Gillespie 2, Mirotic 8, Tonut 3, Dimitrievic 14, Diop, Ricci 9, Flaccadori 6, Caruso ne. All. Messina.
Arbitri: Attard, Giovannetti e Lo Guzzo.
Note: parziali 18-20; 33-47; 53-71. Tiri da due: Virtus Bologna 20/33; Olimpia Milano 18/35. Tiri da tre: 6/20; 14/27. Tiri liberi: 19/28; 13/17. Rimbalzi: 31; 30.
Cambiano gli allenatori – da Djordjevic a Scariolo, da Banchi a Ivanovic –, ma non cambia la musica per la Virtus che resta allergica alla Coppa Italia, il trofeo che Massimo Zanetti, che pure in carniere ha uno scudetto, un’EuroCup e qualche Supercoppa, continua a desiderare invano.
Fuori dalla Coppa Italia e dall’Eurolega: alla Virtus non resta che pensare al finale della regular season, ai playoff e possibilmente a cercare di vincere lo scudetto.
Solo che la trasferta di Torino – ai lungodegenti Clyburn e Zizic si aggiunge l’influenzato Morgan – lascia una brutta impressione. Perché la Virtus, dopo un primo tempo giocato con sufficiente personalità, lascia scappare Milano. E lo fa, questo il dato più preoccupante, senza dare segnali di reazioni, rabbia o cattiveria (sportiva).
I problemi sono i soliti: il tiro dalla lunga distanza – quello dei rivali entra con una certa frequenza, quello bianconero è sempre incerto e ballerino –, e i palloni persi.
Ci mette del suo anche coach Ivanovic. Qualche giorno fa, in Eurolega, non dà continuità a un Tucker particolarmente ispirato. Contro Milano, con Rayjon in chiara difficoltà tra falli in attacco, palle perse e tiri senza costrutto, il coach montenegrino gli regala ben nove minuti nel primo tempo. Quelli che servono a Milano per scavare il solco. Bologna resta avanti fino al 12-9, subito un break di 0-9 che risponde con gli interessi, trovando la nuova parità a quota 18. Ma è un fuoco di paglia: Shields non sbaglia da tre, la Virtus trova la strada solo con Pajola (in apertura) e capitan Belinelli. Troppo poco per impensierire un’Olimpia che tocca anche il +16 sul 31-47.
Che lo stesso Ivanovic sia in serata da dimenticare lo si intuisce quando, subite due triple di fila da Leday e toccato nuovamente il -16, il coach non ci pensa un attimo a chiamare minuto. SI va avanti fino al -18, 45-63, prima di provare a interrompere un’emorragia senza fine. Prova a giocare la carta Akele, Ivanovic, ma Milano continua a trovare il canestro. Per lo stratega della difesa, così come per la sua squadra, una notte da dimenticare. E un futuro da ricostruire cercando di ritrovare fiducia, autostima e, magari, qualche tiro dalla lunga distanza. Perché se la Virtus è quella molle di ieri, andrà davvero poco lontano.
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